Salerno: Morrone, lettera aperta a Matteo Renzi

Caro Matteo, sono  stato  il  segretario  generale  della  CGIL  provinciale  di  Salerno  per  oltre  dieci  anni  fino  al  2005,  poi candidato  dei D.S.  al  Consiglio  regionale  della  Campania,  risultato  primo  dei  non  eletti  con  circa  18.000 preferenze e, infine, Consigliere comunale nel capoluogo salernitano. Iscritto al P.C.I., P.D.S., D.S., fino al P.D.Ho  lasciato  il  P.D.  da  qualche  anno,  poiché,  dopo  tante  battaglie  per  la  legalità, molte  combattute contro  compagni  del  partito,  ho  preso  atto  che  non  c’era  più,  almeno  per me,  alcuna  agibilità  politica (pensa  che  in  una  riunione  di  direzione,  allorquando  io  interrogavo  il  gruppo  dirigente  sul  perché  non venissero  allontanati  cautelativamente  componenti  dell’organismo  accusati  dalla  Magistratura  di  reati gravissimi, da me citati per nome e relative imputazioni, l’allora segretaria organizzativa nazionale, oggi vice Presidente  della  Camera  dei  Deputati, Marina  Sereni,  presente  alla  discussione, mi  rispose  che  dovevo rivolgermi  al  Tribunale,  facendo  finta  di  ignorare  che  proprio  esso  aveva  emesso  i  provvedimenti  a  cui accennavo). Ti premetto questi pochi aspetti che possono apparire personali, ma che rappresentano, invece, anni di militanza,  lotte e  ideali  collettivi, per  chiarirti  che non hai nessun dovere verso queste mie  riflessioni, né sono mosso da grandi aspettative di  riscontro: è  solo  la mia  coscienza,  le mie  idee e  la mia  collocazione politica ideale a spingermi a scriverti queste poche righe. Nonostante le sconfitte, il baratro in cui è finita la sinistra non si finisce mai di sperare nel riscatto. Ti aggiungo, con schiettezza, che, se fossi riuscito a superare la nausea di incrociare nei seggi di Salerno i soliti clienti e persone prive di qualsiasi motivazione ideale e morale, avrei votato per Gianni Cuperlo alle primarie appena svolte. Considerato che sono stato un avversario intransigente del Sindaco di Salerno, usando sempre critiche di merito  e  ricevendone  solo  insulti,  adesso  che  è  venuto  allo  scoperto  il  vero  profilo  dell’individuo  sul piano  nazionale,  mi  chiedo  se  tu  abbia  provato  a  porgli  delle  domande  per  saggiarlo  sulla  sua  reale affidabilità e consistenza etica. Io sono tra quelli che non si meraviglia del fatto che abbia deciso di dirottare il suo discutibile sistema del consenso sulla tua candidatura: sin da giovanissimo ha appoggiato sempre il più forte. Il  problema  è  che  dopo  l’appoggio  tende  ad  andare  velocemente  all’incasso  politico  e,  quando  non viene  completamente  accontentato,  passa  alle  offese  rozze  e  plateali  e  si  prepara  subito  al  cambio  di sponda. Perciò  ti  suggerisco  le  domande  che  gli  avrei  fatto  io,  se  avessi  avuto  il  compito  di  rilanciare  il  Partito Democratico, la sua credibilità, la sua etica e il suo profilo molto appannato di simbolo della legalità: che mi dici delle accuse relative al  fatto che un  faccendiere molto vicino a  te e al Comune di Salerno avrebbe portato molti soldi in Lussemburgo a tuo figlio, avrebbe pagato allo stesso ed altri tuoi congiunti vari viaggi in aereo per la medesima destinazione e si sarebbe, infine, anche occupato di saldare il conto delle spese per l’organizzazione di un tuo comizio a Napoli? E’ vero che Campania Libera, l’associazione da te costituita per le regionali del 2010, sia servita solo  ad  incamerare  rimborsi  elettorali  e  che  i  circa  due milioni  di  euro  transitati  sul  conto corrispettivo  sono  stati  utilizzati  unicamente  da  te  senza  che  risulti  alcuna  dettagliata descrizione pubblica di spesa? E’  vero  che  sei  stato  l’unico  parlamentare  nella  storia  in  grado  di  far  distruggere  circa  250 intercettazioni  telefoniche  indirette, che, oltre ad essere grottesche e  inquietanti,   avrebbero arricchito decisamente il quadro probatorio volto a sostenere l’accusa in un processo tuttora in corso di dibattimento? Ha ragione la Provincia che ha denunciato una valutazione di esproprio esorbitante, avallata da te nelle vesti di Commissario per il termovalorizzatore, dei suoli su cui doveva essere insediato l’impianto, peraltro mai neppure iniziato; puoi confutare  la notizia che, prima  la tua fondazione e poi  la tua segreteria particolare siano state ospitate  all’interno di un appartamento di proprietà di un professionista  che  guadagna centinaia di migliaia di euro all’anno attraverso incarichi affidatigli dal Comune? Com’è  possibile  che  un’amministrazione  considerata  efficiente  abbia  subito  almeno  una infiltrazione di aziende legate alla camorra in ogni cantiere di opere pubbliche appaltate e che per la maggior parte queste ultime rimangono incompiute? La  medesima  reputazione  attribuita  alla  tua  esperienza  sindacale  come  si  concilia  con  un disavanzo di amministrazione che si attesta intorno ai sei milioni di euro? L’ultima  domanda  dovrebbe  riguardare  la  sua  situazione  di  conflitto  istituzionale  a  causa  del  rifiuto opposto al rispetto della legge sulle incompatibilità, di cui, da mesi, molto sarcasticamente, si interrogano i maggiori organi di informazione di diffusione nazionale. Ma essa sarebbe, a mio avviso, molto retorica e ipocrita, considerato che, se l’arroganza e l’ambizione sfrenata  del  soggetto  in  questione  non  gli  permettono  di  essere  sottoposto  alla  disciplina  naturale  per  i comuni  mortali,  occorrevano,  però,  decisioni  tempestive  e  ferme  a  carico  di  responsabili  politici  ed istituzionali, che sarebbero scontate se il paese non fosse immerso in quel clima sonnacchioso di pavidità e conformismo, frutto di pigrizia mentale, agnosticismo e opportunismo. Ti  suggerisco  questo  colloquio  amichevole  con  il  tuo  grande  elettore,  poiché  dalle  sue  risposte, qualunque  esse  siano,  da  persona  intelligente  e  sveglia  quale  sei,  potrai  dedurne  la  qualità  del  tuo investimento politico. Innanzitutto, potrai percepire quanto sia veramente riformabile questo partito con questi compagni di strada. E’  ovvio  che  De  Luca  non  lo  hai  inventato  tu:  quello  di  oggi  è  identico  a  quello  di  ieri,  non  è assolutamente peggiorato. La  “sfortuna”  negli  anni  alle  nostre  spalle  è  consistita  nel  rifiuto  dei  vertici  nazionali  del  partito  di leggere le notizie provenienti dalla Campania, sicché solo in particolari momenti di fastidio è stato definito cacicco o  satrapo di provincia, ma  in  realtà per utilizzarlo politicamente  lo hanno  spinto a  consolidare gli aspetti più deteriori del suo carattere: spregiudicatezza, arroganza, scarso senso dell’etica. Capisco che con  certi personaggi è meglio avere  limitati  rapporti, pure  se  solo orali, ma  la politica, a mio parere, è soprattutto responsabilità, altrimenti diventa aria fritta.

Auguri di buon lavoro, caro Matteo.

Fausto Morrone