Sala Consilina: Arma, eseguite 4 misure cautelari

 Nella mattinata odierna, i militari della compagnia di Sala Consilina, hanno eseguito nr 4 misure cautelari, emesse, nei confronti delle sottonotate persone, dall’ ufficio del gip  del tribunale di Lagonegro, dottor Vincenzo Del Sorbo che ha  concordato con la richiesta del p.m. della procura, dottor Carlo Rinaldi per i reati di concorso in incendio doloso e fraudolento danneggiamento di beni: c.g., classe 75, unico destinatario della custodia cautelare in carcere, gia’ ristretto presso una casa circondariale di Milano, per altre tipologie di reati, tra le quali alcune con l’aggravante di stampo ‘ndranghetistico; c.c. classe  77, fratello dell’arrestato; l .a. classe  78; r. c. classe 75  (sesso femminile); tutti destinatari della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g. con constestuale firma per tre giorni alla settimana. vi era un’identica misura nei confornti di una quinta persona, non eseguita, in quanto il destinatario  deceduto pochi mesi fa. I provvedimenti scaturiscono da attivita’ info-investigativa avviata dalle stazioni carabinieri di Sala Consilina e Buonabitacolo, in seguito ad un incendio verificatosi in data 07 luglio 2013, causato asseritamente dalla perdita del controllo di una nissan micra, che andava a sfondare la vetrina di un negozio di scarpe, sito in Sala Consilina, di prorieta’ del destinatario della misura cautelare piu’ grave. i militari infatti, hanno mostrato subito serie perplessita’ in ordine all’accadimento dei fatti e alle fonti testimoniali raccolte, in molti casi lacunose ed inverosimili. si addiviene quindi ad appurare che l’incidente in realta e’ un incendio doloso con tentativo di truffa ai danni della compagnia assicuratrice della nissan micra, che se fosse andato in porto, avrebbe garantito ai correi, ma in special modo all’organizzatore della condotta illecita, c.g., la somma di euro 150.000. Come accertato dai carabinieri ogni persona avrebbe avuto un ruolo all’interno della messa in scena del reato. era stato progettato infatti nei minimi dettagli dal promotore dell’azione, su chi dovesse procurare l’autovettura che avrebbe poi inscenato l’incidente a causa di un gusto al motore, su chi dovesse condurla materialmente per poi darvi fuoco e chi infine,  avrebbe simulato di essere alla guida del mezzo, per poi rendere false testimonianze alla polizia giudiziaria. C.G. dovra’ inoltre rispondere all’autorita’ giudiziaria di: minaccia, in quanto in piu occasioni minacciava testimoni, al fine di non rivelare fatti riguardanti l’ incendio, dai quali emergevano chiari elementi di reita’ dell’intero sodalizio;  detenzione ai fini di spaccio, in quanto consegnava sotto minaccia, 300 grammi di marijuana ad un suo conoscente, con lo scopo di fargliela occultare successivamente in luogo nella disponibilita’ di un testimone, che  aveva lasciato dichiarazioni da cui emergevano elementi di colpevolezza, delle persone destinatarie delle misure cautelari.