Roma: M5S “Una frana di consorzio”

Le strutture pubbliche che si occupano di gestione e manutenzione sul territorio, sono diventate, col passare dei decenni, dei carrozzoni politicizzati attraverso cui i Partiti gestiscono il potere locale facendo arrivare soldi pubblici che non sempre sono destinati alla loro funzione di utilità collettiva. Il Consorzio di Bonifica Integrale comprensorio Sarno vive da tempo una situazione di disagio economico finanziario che grava solo ed esclusivamente sui soliti soggetti più deboli: i dipendenti e gli abitanti delle zone teoricamente coperte dai servizi dell’ente costituito con Decreto del Presidente della Repubblica del 1° Dicembre 1952. I primi subiscono, dapprima, la riduzione del 25% dello stipendio accettata per andare incontro alle esigenze dell’Ente, poi la totale erogazione dello stipendio che manca da ormai 5 mesi nelle famiglie dei circa 170 dipendenti. I secondi, invece, pur ricevendo puntualmente i bollettini di pagamento delle tasse di bonifica, divenute sempre più onerose, non usufruiscono più di alcun beneficio perché all’Ente Consorzio mancano le risorse per operare efficientemente sul territorio di competenza per le funzioni ed i compiti attribuiti dalle Leggi statali e regionali in materia di opere di bonifica. Nonostante il Consorzio di Bonifica Integrale del comprensorio Sarno copra ben 36 Comuni suddivisi in  3 province (Napoli, Salerno ed Avellino) ed abbia una base contributiva composta da 300 mila posizioni immobiliari, l’attuale presidente V. Orlando dichiara “Abbiamo debiti per molto più di 30 milioni. Piano di rientro difficile, perché non sappiamo quali siano le entrate certe” (fonte: Il Mattino). Il clima nell’Ente è teso da tempo, ma ieri, con l’azione di ignoti che nella notte hanno saldato il portone di ingresso, la situazione diventa davvero preoccupante. 5 mesi senza stipendio è catastrofico per famiglie che già sono messe sotto scacco da una crisi economica senza precedenti. Si suppone che il bilancio dell’Ente Consorzio lamenta un deficit da 30 milioni di Euro. Dopo trent’anni di commissariamento, dal 2011 una dirigenza “stabile” avrebbe dovuto tenere una gestione trasparente a tutela dei lavoratori. Incompetenza? Lassismo? Cattiva fede? A cosa attribuire la situazione di oggi ? Di chi sono le responsabilità? Se è vero anche che i crediti vantati con Regione Campania (come al solito!) e GORI, ammonterebbero davvero ad oltre 20 milioni di Euro, cosa aspetta la dirigenza a compiere azioni decise e a darne valenza pubblica in modo da coinvolgere chiunque voglia tutelare il lavoro di 170 dipendenti a rischio?Inizierò, insieme agli altri portavoce alla Camera dei Deputati, un’azione di sensibilizzazione delle Istituzioni al fine di far luce su responsabilità e che possa essere da traino verso il salvataggio dei lavoratori.Ho già verificato la mancanza di trasparenza nella pubblicazione degli atti, come previsto dalla L. 33/2013 a cui mi appello per una richiesta di visionare i Bilanci da cui evincere la reale situazione e non quella che ci vogliono raccontare.

 Silvia Giordano
Cittadina Portavoce
alla Camera dei Deputati
Movimento 5 Stelle