NCD: altrove… c’è posto!

di Rita Occidente Lupo

Sempre così:  i mutamenti tra interesse e…bagarre! Sull’onda dell’entusiasmo, il Nuovo Centro Destra, dallo strappo tra il Cavaliere ed il suo delfino Angelino Alfano, intruppato! La corsa alla formazione di circoli, sedi, segreterie politiche, chiamata corsara! All’arrembaggio aneliti per un posto al sole, sotto venti europeisti e politici. Mentre Cicchitto, perentorio col novello “premier” , rizzando le antenne, su uno status quo, a rischio di considerazione, la periferia tra onde territoriali, masticanti amministrative. Svuotati blocchi, fautori di un bipolarismo annaspante, per un Centro che sgomita nel rubar la scena. Sfilza di proseliti, alla luce dello sfiduciato Cavaliere, tra aspettative personali. A Salerno, la neonata Associazione “Insieme”, voluta da Pasquale D’Acunzi, ex mastelliano, sul trampolino di lancio NCD.  A bocca asciutta l’ex amante del Campanile, che alle scorse provinciali, incassò l’esclusione del Partito dall’assise di Palazzo Sant’Agostino, nonostante la pregressa alleanza. L’allora presidente Edmondo Cirielli, non intese ragioni per far spazio all’Udeur, suscitando il non poco livore anche del vicesegretario nazionale, Paolo Del Mese. Sempre in corsa, D’Acunzi ad agglutinare consensi, per un soggetto politico, capace di presentarsi con un nutrito borsino di consensi, nel contenitore alfaniano. In provincia, tanti delusi dal Pdl o da FDI, ad accodarsi per saltare sul papabile carro di Tespi: dall’ex senatore azzurro Giuseppe Esposito, all’ex onorevole Guido Milanese; dal consigliere provinciale Salvatore Memoli, a Lello Ciccone e Roberto Celano. L’abbandono del Partito carfagnano per Esposito, dello schieramento cirielliano per Ciccone e Celano, meraviglianti non poco, tra gl’interrogativi su come si farà a gestire un mosaico di provenienze, che non intende restare in panchina a guardare candidature altrui. In attesa del varo della nuova legge elettorale, ognuno sul campo misurerà consensi. Senza le segreterie dall’alto, calanti in campo nominativi non scelti dalla base, elettori a riappropriarsi di un potere democratico, a lungo boicottato. Nel conferir fiducia ai singoli, al di là del partito. Se il voto ad personam, da un bel pezzo in soffitta, ora la responsabilità di affidare ad individui, avvezzi a mutar casacca in ogni stagione, la fiducia nella gestione pubblica, tra corde di perplessità. Problema di fondo, candidature con e senza rottamazione: nominativi forti, per vincere!! Dictat del Partito che, nato dalle ceneri berlusconiane, deve fare i conti con un fedelissimo Cavaliere, non allentante la presa elettorale nel guardare all’Europa!  Mentre l’Udc salernitano, in tendenza col dato nazionale, perde pezzi. Docet la recente dichiarazione d’indipendenza del consigliere comunale Alessandro Ferrara, compagno di cordata del battagliero Salvatore Gagliano, che a giorni transiterà ufficialmente nel Pdl, “non graziato” nel rientro tra i banchi regionali, dai domiciliari di Giovanni Baldi. Anche quest’ultimo  a dar le spalle al partito meloniano, passando con Alfano, mentre lo stesso Gagliano, in un ibrido Casini-Polverini. In tale empasse, coerenza deluchiana: sarà per questo che la sua ex sfidante amministrativa, Anna Ferrazzano, ancora tar i banchi dell’opposizione comunale, ricoverata sotto la sua ala? Da più parti, nessun mistero delle simpatie che vedono l’emblema del Centro-destra, partecipare ad incontri e riunioni del Pd cittadino. Il sindaco Vincenzo, abile tessitore nel procrastinare tempi per la fatidica scelta del doppio incarico. Strenue bersaniano della prim’ora, riuscito abilmente a sostenere alle primarie il fiorentino  Renzi, a tacciare il governo Letta di demenzialità. La “Sua” Salerno, che non intende lasciare anche nel tirare una corda tesa, per la propria candidatura a Palazzo Santa Lucia. Incoccata la freccia europeista per il suo primo rampollo, attualmente nel direttivo nazionale Pd.