Salerno: accertamento Tarsu/Ici, brindisi inizio anno tra Comune e migliaia Contribuenti

 Enzo Carrella

Amaro inizio d’anno per tanti   contribuenti salernitani ( cittadini, imprese e – niente popò di meno- parroci di Chiese cittadine) che si sono visti recapitare all’alba di questo nuovo 2014 , migliaia di  accertamenti tributari  con i quali il Comune  richiederebbe  pagamenti risalenti agli  anni tra il 2007 e 2012. In tanti , infatti,  gli schedati cattivi contribuenti che – pur non avendo    avuto ancora il necessario  tempo  di smaltire  le abbuffate e sbornie   del “capodanno” – si sono visti  arrivare anzitempo la “beffarda befana”  dispensatrice di  un indigesto e atipico “carbone”:   carte e scartoffie a firme di  “superpagati” dirigenti comunali  ( essi stessi puniti dalla  stessa corte dei conti e ora  debitori per “lunari” stipendi e straordinari percepiti , nda ) nei  quali si  chiedono  e sollecitano pagamenti  per  omessi, insufficienti , tardivi pagamenti di Ici, tarsu    per gli anni pregressi. Migliaia- come riferito-   le comunicazioni a firma congiunta tra Comune e Soget  (società deputata  ai previsti  accertamenti, debitrice essa stessa della tarsu per i locali di via galloppo) notificati ad altrettanti residenti, chiamati a mettere in regola vecchi conti lasciati a quanto sembra in sospeso e/o omessi. Naturale la reazione di molti di detti destinatari: PAGARE o non pagare? Unanime e scontata la risposta: nemmeno per sogno, specialmente se si tratta di tasse vecchie  come Noè e, con serie  probabilità, già andate in prescrizione. Si, perché numerose  richieste di  pagamenti per  2007 sono  arrivati fuori tempo massimo:  il 2 gennaio 2014 per l’esattezza e  quindi ben sette anni dopo l’anno di scadenza naturale  della tassa ( oltre i cinque anni previsti per la prescrizione oltre la quale non più possibile richiedere il pagamento del debito, nda). Vale la pena ricordare che il Comune , in tale circostanza, non solo perderebbe il diritto a richiedere il tributo alla controparte/debitrice   ma si vedrebbe anche costretta a spiegare   e giustificare  alla Corte dei Conti  il motivo dello spreco di  ulteriori risorse finanziarie dalle “smagrite “ casse comunali : il ccdd danno erariale, tanto per intenderci. Da segnalare, inoltre,  alcune “comiche” situazioni con protagoniste  imprese della zona  industriale le quali  non solo si sono visti  imputare e condurre   immobili  di  ignota provenienza e a loro riconducibili  ma anche  richieste di  tributo Tarsu scaturenti da semplici  operazioni di elementari e innocue somme  riportate nell’accertamento prive di  ogni senso & logica . Immediata la reazione e disponibilità da parte di questa categoria di contribuenti: aprire una “goliardica” sottoscrizione di fondi per destinarli  a pagare elementari ripetizioni di matematica ai “diligenti  dirigenti autori e sottoscrittori  degli accertamenti” . Comunque si è certi che la questione  accertamenti 2014 non finirà qui. Ci sono altre interrogativi che aleggiano impietosi  nei meandri dei preposti uffici comunali, come quelli di vedere chiariti i termini della eliminazione dalla  tarsu  (per circa 250 mila euro annui)  di ignote superfici comunali riconducili ad altrettante oscure strutture (ci si chiede se rientrano anche  società partecipate), mancato pagamento di mini tarsu/tares  a chioschi, banchi vendita  (esempio buongiorno italia e  uffici che hanno ospitato   segreteria politiche e sedi di uffici elettorali  – tipo Campania Libera- ,)  manifestazioni fieristiche e  gastronomiche ( con precedenza del tanto decantato- chissà perché ??-  Gustagiovi). A ciò  occorre anche  tenere in debita  considerare l’arrivo di una  imminente  “scomunica “ direttamente  dall’alto”: gli  accertamenti Ici di  immobili sedi di  parrocchie , oratori e spazi verdi per  catechesi (quindi sine titolo perché esentati ai sensi dell’art 7 della  legge 504/1992)  proprio non vanno giù ai parroci, pronti a fare “fronte comune “coinvolgendo anche gli stessi parrocchiani con dedicate “veglie notturne”. Una fretta che – non solo apparentemente-   si rivelerà  “infruttuosa”  , quella  utilizzata  dal   comune  di Salerno in questo inizio d’anno, dettata quasi sicuramente dalla necessità  di  evitare  di  cadere nel perimetro delle irrecuperabilità  di spicciolate  milionate  di euro ( per foraggiare anche le spese di rappresentanza per luci d’artista 2013)   già previste e inserite nel   grigio e anomalo  bilancio  2013,  approvato- come si ricorderà-  solo  grazie ad una assoldata e fedele  maggioranza. I revisori, infatti, si sono tenuti lontano dal dare il  loro  formale “placet”   ritenendo tale documento  degno  dell’architettura  del   Crescent di  Bofil, e cioè pericolante e  a continuo “rischio crollo”  con un “tsunami” già avvistato in lontananza.