Salerno: bilancio da pre dissesto? Sì..anzi no! Al Comune “caso” sembra non riguardare

Enzo Carrella   

Sono in tanti i politici nostrani  che approfittando del mieloso clima natalizio    fanno  passare  “per  “digerita e archiviata”  la questione  di un    bilancio  comunale 2013  che anche nelle sue pieghe  fa trasparire tutti i connotati  di un “disastroso  e devastante  “ tsunami finanziario in corso. Che aggiungere? Qualcuno ricorderà che Giovanni Prezzolini, giornalista scrittore ed editore italiano di vecchia memoria  scrisse già  nel 1921 che “ L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono ”   nel suo “codice della vita Italiana”.

Un  “passaggio”  -come si può notare – di straordinaria intelligenza e di grande valenza profetica. Chi oserebbe – a distanza di quasi un secolo – smentirne gli effetti o smussarne le spigolosità e le radicalità delle sue acute  osservazioni? Gli sciacalli e gli avvoltoi che stanno divorando il nostro Paese, politici e amministratori, a destra e a sinistra al centro sotto e sopra, sono solo lo specchio di un Paese che purtroppo appare quotidianamente nella sua devastazione  sia  nazionale  che più propriamente locale. Si colpisce anche la dignità  dei cittadini con ripetute offese  alla reputazione professionale di chi di “suo lavoro non solo ci vive ma anche quotidianamente ci naviga  per i continui aggiornamenti a cui soggiace” Non può, pertanto, passare “incondizionatamente” un’imposizione stabilita dall’alto ( leggasi.. sindaco e/o politico di turno e suo valido-?- entourage)  e che , per sua natura e  indicazione,  è  “indigesta”  a molti analisti e cultori della materia. Entrando in punta di piedi  negli aspetti  tecnici contabili, è opportuno fare una  opportuna premessa:  il bilancio del Comune di Salerno ( come del resto tutti i bilanci degli enti locali) ha sempre avuto annosi e ripetuti problemi, mai risolti e mai tenuti in debita considerazione dai suoi  amministratori locali  nelle   atipiche lunghe   gestioni: eliminazione del controllo di legittimità degli atti amministrativi;  Errata/anomala/colpevole gestione degli “Avanzi di amministrazione” ;  anomala analisi e revisione dei “Residui attivi e passivi” di amministrazione dove risulterebbero “dormienti” ( se non addirittura morti e seppelliti) molti dei crediti inseriti  nel suo aggregato .

Per non parlare poi di autentici artifici per aggirare il rigido schema del patto di stabilità  quali  entrate accertate, incassate o  improvvisatesi  “vagabonde” nelle pieghe dello schema di bilancio  unitamente a   spese fatte transitare da un titolo all’altro  senza motivo apparente e/o  forzatamente  contabilizzate in “ quei perimetri contabili”  non rientranti  nei rigidi contenimenti stabiliti da norma statali (esempio lampante non solo è la collocazione delle spese di rappresentanza per luci di artista  in quelle di  manutenzioni impianti di illuminazione  ma anche il  mancato riconoscimento dei debiti “fuori bilancio”  con partecipate, relegando queste ultime  in uno stato  prefallimentare delle società con civilistiche responsabilità  dei suoi abusivi presidenti , perché incompatibili) . Che dire poi di quella  “innaturale zona franca urbana di salerno  “  creata nella psiche dei suoi autori (  tecnici & politici, all inclusive) per evitare pagamenti di milionarie  tasse su  oggettive  operazioni : “crescent e impianto fotovoltaico “  su tutte?  La  “governance comunale”, in onore del “DIO consenso popolare”  ha, invece,   preferito “nascondere” i reali conti e far vivere tutti questi anni un’intera comunità  al di sopra delle loro effettive  possibilità. Sul fronte delle “uscite  ”  negli ultimi decenni  sono stati registrate autentici traffici di risorse   con relativo intasamento  dai canali   della  rispettiva tesoreria comunale:  è notorio che   “i pagamenti “ degli  enti  sono tanti , a cominciare  da quelle di  ogni mese per gli stipendi dei dipendenti a cui si aggiungono  le somme da corrispondere alle aziende private che hanno realizzato dei lavori   ( in conto capitale e servizi) per loro conto. Per onorare  tali scadenze  sono tanti  gli enti – con salerno in primalinea – che  intravedono quale unica via d’uscita quella di ricorrere frequentemente    all’anticipazione di tesoreria,  facendo passare per regola un’autentica eccezione  concessa dalla stessa normativa in materia di finanza pubblica. L’anticipazione di tesoreria (o di cassa)- lo ricordiamo-  è prevista dal Tuel, D. Lgs. 267/2000, per poter far fronte a pagamenti urgenti ed indifferibili in situazioni di carenza temporanea di disponibilità liquide.  Contabilmente l’anticipazione di tesoreria si configurerebbe (se non vi fosse un abuso continuo come il caso salerno )   come un prestito a breve termine che va restituito mano a mano che le entrate dell’Ente vengono riscosse.  Il funzionamento di tale strumento  è simile a quello di un lavoratore dipendente che non riesce – con le proprie cadenzate entrate mensili – a far fronte alla propria massa di debiti ordinari e al pagamento della rata di mutuo. Unica scappatoia per tale “debitore”  è rappresentata  da una  richiesta  al proprio datore di lavoro di un’anticipazione in un’unica soluzione  di un numero  di 5  retribuzioni spettanti fino al termine dell’anno . La restituzione di tale debito  avverrà man mano che matureranno i ratei mensili delle retribuzioni. Nelle more, intanto, il lavoratore ha già consumato tutto “l’anticipo “ ricevuto per saldare i debiti scaduti con i propri fornitori e, con il serio e calcolato rischio, che nell’intervallo di tali 5 mesi, le disponibilità finanziarie restanti non saranno sufficienti neanche a coprire i naturali e necessari fabbisogni per gli  acquisti dei beni  (cosiddetti ) di prima necessità per se e propria famiglia. Il Comune di salerno  solo negli ultmi dodici  mesi  si è fatto prestare  dalla filiera finanziaria  qualcosa come appena ..200  milioni di euro quale anticipazione ( di cui 84  già per i prossimi tre mesi del 2014 ). A ciò  si aggiungono   quelle “briciole” rappresentati dai 57 milioni accordati ( inseriti nella manovra di equilibrio e assestamento di fine anno)  dalla Cassa depositi e prestiti per quietanzare i residui debiti al 31.12.2012 secondo indicazioni di  sblocca Crediti dell’aprime scorso. Senza parlare dei rimborsi mutui…le cui rate sono in  corso e rientrano nella gestione corrente  e  il canale ( dell’indebitamento) completamente saturo. Alla luce di tale quadro economico/finanziario a tinte – come si è visto –  “di rosso fuoco” c’è  ancora chi pensa e sbandiera  la realizzazione  di nuove opere  per un miliardo di euro (puro chiacchiericcio perché di tale  faraonico progetto non vi sarebbero tracce nell’obbligatorio allegato al bilancio  pluriennale delle oo.pp). Chissà  comunque con  quali soldi e quale la prevista copertura finanziaria ? Forse solo quelli di una unica,  storica e irripetibile  vincita al ..superenalotto. Molti sostengono che se ciò  dovesse avvenire,  i fiumi di euro  non  risulteranno  sufficienti  neanche a coprire le “stellari” sanzioni ministeriali previste per dette circostanze.