Salernitana, con la Paganese pari tra i fischi

    Maurizio Grillo

Un pari strappato in rimonta ed in extremis contro l’ultima della classe non può che essere accolto come una mezza sconfitta. Una Salernitana troppo brutta per essere vera non è, infatti, andata oltre uno striminzito 1-1 contro una Paganese che ha cullato a lungo il sogno di espugnare Salerno, impresa mai avvenuta nella storia del club azzurro stellato. I granata hanno racimolato il magro obiettivo di preservare la propria imbattibilità interna contro i cugini, ma hanno giocato una gara non degna di calciatori che indossano la maglia della Salernitana ed i numerosi cori di contestazione proferiti anche con vocaboli forti dai tifosi assiepati in curva sono la dimostrazione che la nostra impressione è stata la medesima di coloro i quali (ben 7236) hanno assistito alla sfida odierna. Salernitana colabrodo in difesa ed asfittica in attacco: la formazione di Perrone subisce sistematicamente gol alla prima occasione nitida a disposizione dei propri avversari e con modalità davvero inspiegabili, mentre ha enormi difficoltà nel bucare la resistenza delle retroguardie nemiche. Se Mancini non avesse tirato fuori il classico coniglio dal cilindro inventandosi un gol che solo un calciatore con le sue notevoli qualità tecniche avrebbe potuto escogitare e mettere in pratica, c’è da scommettere che i granata non avrebbero mai trovato il metodo per siglare il pareggio. L’impressione generale è che la Salernitana abbia interpretato malissimo l’incontro e che la clamorosa chance sciupata da Guazzo su penalty abbia notevolmente inciso sul proseguimento della gara, il cui equilibrio è stato, infatti, spezzato da una Paganese capace di ritrovare nuova linfa dopo il pericolo scampato e rivelatasi formazione bene organizzata tatticamente, a dispetto dei soli 8 punti in graduatoria. Molte decisioni prese da Perrone hanno fatto storcere il muso e, francamente, ci risulta impresa ardua comprendere il nesso logico mediante il quale la squadra è stata fatta scendere in campo nei primi 45’ di gioco: il tecnico granata ha giustificato le sue scelte riferendo nel post gara di volere fornire maggiore copertura, ma, paradossalmente, il 3-5-2 della prima frazione ha esposto ancora di più la compagine di casa a figuracce in quanto la squadra è stata priva della necessaria interdizione in mediana. Nella ripresa i granata, schierati in campo in maniera assai più coscienziosa e razionale, hanno giocato meglio, anche se ha lasciato perplessi l’uscita dal campo di Mounard, capace di guadagnarsi il penalty ed uno dei pochi in palla, a favore di Ricci, la cui prestazione è stata di gran lunga sotto la sufficienza. Le deficitarie condizioni di un terreno di gioco martoriato dal maltempo e dalle cure temporanee a cui è sottoposto non devono costituire un alibi dietro cui nascondere le cattive prestazioni delle ultime settimane (solo due punti raccolti nelle ultime tre gare). 21 punti raccolti alla fine del girone d’andata non sono un bottino in linea con le aspettative della vigilia, né tantomeno questa squadra è stata costruita in estate per occupare la metà destra della graduatoria: urge una repentina inversione di tendenza, altrimenti, qualora si perdesse ulteriore terreno, anche l’obiettivo minimo del conseguimento dei play off potrebbe non essere centrato.