Salerno: Fnp Cisl denuncia conseguenza spending review

La scure della crisi non sembra risparmiare proprio nessuna categoria. Questa volta, a denunciare le conseguenze della spending review, sono stati i pensionati della Fnp Cisl Salerno. Una categoria spesso marginalizzata – nonostante, in molti casi, continuino ancora a contribuire al sostentamento di intere famiglie -, soventemente accantonata nelle agende istituzionali, ma che, ciò nonostante, “sembra essere l’unica ancora interessata all’avvenire dei propri figli e, con ancora maggiore vigore, alle prospettive riservate ai propri nipoti”. Queste le parole accorate utilizzate da Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl di Salerno, nel corso del Consiglio generale di categoria celebrato questa mattina all’hotel Mediterranea. Indirizzato a una platea proveniente da gran parte dei comuni del nostro territorio, l’incontro si è focalizzato sulle problematiche inerenti le politiche sociali e la sicurezza, vere questioni nevralgiche per tutti coloro i quali hanno ceduto il proprio ruolo attivo all’interno del mercato del lavoro. “Ogni giorno assistiamo a un ulteriore inabissamento delle nostre competenze e, cosa ben più grave, della nostra persona, a causa di un Paese che, da oltre 18 anni, ha bloccato la soglia di retribuzione delle pensioni. Dal 1993 l’Italia sembra aver smesso di interessarsi alla questione, fingendo cecità davanti al crescente costo della vita”. Svariati i decreti legislativi che si sono succeduti e che, governo dopo governo, hanno lasciato ciclicamente sperare nell’impiego di maggiori risorse economiche ai fini dell’incremento pensionistico, sebbene poi la realtà sia sempre stata un’altra: “La Campania può vantare un tristissimo primato. Più dell’80% dei pensionati possono contare su meno di 1000 euro al mese, e di questi, più del 50%, sono al di sotto dei 500 euro. In questo comune dramma quotidiano ci vediamo imporre una tassazione ingiusta, assolutamente non equa, in cui non c’è progressività nell’identificazione delle varie fasce contributive”. Una scellerata amministrazione di governo, le cui colpe – come spesso accade – finiscono con il gravare unicamente sui più deboli: “E’ una situazione intollerabile, ed è giunto il momento che le istituzioni stringano la cinghia alle loro stesse tasche, visto che non è più tempo di pensioni d’oro e a svariati zeri”. Una politica più consapevole, e magari portata avanti sulla falsa riga dei sindacati, i quali “quotidianamente si impegnano nella tutela dell’integrità fisica delle persone più anziane, cercando di essere una guida costante contro il sopruso e il raggiro”.