Sì, pedalare!
Due ruote, aria aperta, sport…e pedalate, per riscoprire l’agilità muscolare, recuperare l’ambiente, fruire della praticità metropolitana, senza smog. Nascevano così le domeniche ecologiche, che attrezzavano gl’italiani al veicolo amato nell’infanzia e cantinato dalla patente della maggior’età. Poi, per la crisi, effetto della crisi petrolifera, amarcord, rivisitando stralci adolesceniziali e primi approcci alla libera circolazione. Nel 1973 d’uopo, dinanzi all’italiana Austerity, per il rincaro petrolifero della guerra del Kippur, lucidare la vecchia bicicletta, assestare il sellino e drizzare il manubrio. Il divieto domenicale dell’uso autoveicolare, per risparmiare carburante, esaltante anche la libera inventiva di chi attrezzato a ricreare spaccati amicali, semplicemente tra quattro chiacchiere al bar di fortuna o tra pareti amiche. In ogni caso salvando l’ecologia e contribuendo ad un risparmio non solo ambientale: oggi, una riproposta, per contenere la crisi economica, che continua a segnare i giorni!
Ma Lei, gentile Direttrice, mi fa ricordare i tempi del passato quando , per amore, a diciotto anni, io e un mio amico partimmo da Pastena con due biciclette sgangherate per dirigerci al Vomero di Napoli, senza soldi ed affamati, e senza contare il ritorno, sempre in bicicletta. Questi furono i coraggi ardimentosi di certi giovani di un tempo che fu.
Si andava a lavorare in posti lontani da casa in bicicletta, e tutti lo facevano senza pericolo delle ingombranti auto. L’aria erta sana e la salute anche. Oggi, con l’intenso traffico delle auto è davvero pericoloso usare la bicicletta. Quindi, per incoraggiare ad usare tale mezzo di trasporto occorrerebbero piste ciclabili in tutta la città, Solo così si potrebbe, nuovamente , affezionarsi all’uso della bicicletta , capace di risanare l’aria e la salute.
Cordialità, Alfredo