Salerno: “Non uno di Meno” appoggia Renzi e dissente lista Landolfi

La rilevanza di Matteo Renzi nel sistema politico italiano e nel Pd è effetto di un largo consenso popolare, rilevato oggi dai sondaggi,  ma già conseguito alle primarie del 2012 tra i cittadini (elettori ed iscritti al Pd) in tutto il Paese. A Salerno (città e provincia)  il significativo e sorprendente gradimento popolare ricevuto da Matteo Renzi nel novembre dell’anno scorso è stato, soprattutto nel comune capoluogo, completamente privo del sostegno organizzato del Pd (Segret. Provinciale ed organismi dirigenti locali) e della totalità delle sue espressioni amministrative municipali e parlamentari (regionali e nazionali). Questa forza conquistata autonomamente sul campo è rifluita anche all’interno del Pd ha consentito a Matteo Renzi di vincere la recente Convenzione nazionale con il 45%, pari a circa 135.000 preferenze di iscritti al Pd.  Questo consenso interno deriva anche dal sostegno ricevuto da aree/gruppi organizzati nel Pd a Roma e nei territori. Ma è Matteo Renzi, in virtù della sua forza popolare,  il leader vincente e tale ritenuto da chi lo ha sostenuto e lo sostiene. La condizione del suo successo tra gli elettori e nel Pd è costituita soprattutto dal carattere aperto e non “malamente compromissorio” della sua sfida – “Cambiare Verso” – che si propone il superamento di abitudini correntizie e di rendite di posizione di un sistema di partiti degenerato al centro come in periferia. La scelta sui nomi e le persone che siederanno nell’assemblea nazionale del Pd (massimo organo deliberativo), costituisce l’occasione per segnalare ai cittadini il “Verso” in direzione del quale intendiamo muoverci. Dalla segreteria provinciale del Pd di Salerno è stata definita per tale assise una di lista di candidati “renziani” del collegio di Salerno, capeggiata da Piero De Luca.Tale indicazione è discutibile per le modalità opache della sua definizione/composizione, mai confrontata con i movimenti/comitati della città che si riconoscono in Matteo Renzi. Essa è inoltre inaccettabile per i nomi proposti, riconducibili ad evidenti logiche familistiche, nepotistiche, correntizie. Questo pacchetto di candidature avanzate da Nicola Landolfi è ispirato a non celati criteri di consanguineità familiare e di “cordata”.  Ci pare non coerente con l’avvertita esigenza che vengano invece promossi – sulla base del merito, della storia, dell’impegno – altri nuovi uomini e donne, di cui Salerno e la sua Provincia è ricca. La proposta “Landolfi”, peraltro, mentre nega spazi utili di rappresentanza a chi tra iscritti/militanti “tira il carro”, cozza con il carattere, aperto anche agli elettori, del “voto popolare” dell’8 dicembre. Esso avrebbe meritato, da Salerno, una lista di nomi non espressione della cetualizzazione spinta presente in città, cui il Pd locale non riesce proprio a resistere. La “rivoluzione democratica”, che sosterremo convintamente votando Matteo Renzi l’8 Dicembre, comincia con qualche “ostruzione” non gradita. Il suo percorso – di per sé già improbo – si rileva, come c’era da spettarsi, meno fluido. Il cambiamento iniziato/promesso da Renzi richiederà incisività anche sul piano territoriale ed un lavoro locale “di sponda” meno effimero di quanti, al Sindaco di Firenze, si sono richiamati. Di Giovanni Celenta ed Alfonso Conte