Roccadaspide: Auricchio su riorganizzazione posti letto ospedale Sele, asse Melchionda/Ruffo

 Ho appreso dai giornali di oggi che  il Sindaco di Eboli e il Commissario prefettizio di Battipaglia, cioè l’asse Melchionda-Ruffo, ha sottoscritto un accordo che salverebbe la sanità nella piana del Sele. La notizia, ma soprattutto il contenuto dell’accordo così come viene riportato sugli organi di stampa è sconcertante. Vi è innanzitutto  una questione di metodo.  Se tagli agli attuali posti letto dei quattro nosocomi che dovrebbero confluire nell’Ospedale del Sele dovranno essere in questa fase operati, sarebbe certo logico, oltre che doveroso, oltre che necessario, oltre che opportuno, che la discussione sui reparti dove incidere, sul numero di posti da tagliare e su ogni altro aspetto inerente la questione avvenisse tra i rappresentanti locali dei quattro comuni interessati. Ma tant’è! In secondo luogo, la proposta-accordo, che viene pubblicizzata come la soluzione dei problemi, è del tutto inaccettabile. Forse lo sarebbe per i comuni di Eboli e Battipaglia, che distano tra loro solo 5 chilometri e che si trovano entrambi a pochissimi minuti dall’A.O. di Salerno e che hanno già la fortuna di avere una rete di comunicazione e viaria eccellente, i quali con questo accordo conserverebbero tutti gli attuali reparti, per di più tutti doppioni tra loro. L’accordo rappresenta, quindi, una ulteriore dimostrazione della assoluta incapacità ad affrontare il problema in maniera organica e con logiche di coerenza, di coesione e di equità, ma soprattutto di rispetto dell’esigenza di riequilibrio territoriale da attuare secondo i criteri di proporzionalità, come suggerisce giustamente la direzione dell’ASL di Salerno attraverso il suo Direttore Generale – dott. Antonio Squillante – il quale, per fortuna, questi criteri di coerenza e di equità intende applicarle e salvaguardarle nell’interesse generale di tutta la popolazione dell’area territoriale dell’ospedale della Valle del Sele, che ricomprende come noto gli ospedali di Eboli, Battipaglia, Roccadaspide e Oliveto Citra. L’accordo Melchionda-Ruffo, invece, va nella direzione diametralmente opposta. Costituisce una prova di muscoli che è inaccettabile e che sarà fermamente contrastata, perché nella sostanza quello sottoscritto è un accordo contro l’ospedale di Roccadaspide e contro le aree interne, che se venisse approvata e/o avallata porterebbe alla chiusura del nosocomio di Roccadaspide. Ma è anche un accordo che risulta irrazionale sul piano della equa redistribuzione dell’assistenza sanitaria e dei principi sopra enunciati, perché è evidente che si intende mantenere reparti doppioni, che distano pochissimi chilometri l’uno dall’altro, che alcuni plessi  non raggiungono i parametri previsti dalla normativa vigente: due chirurgie generali, due cardiologie, due Utic, due medicine generali, due ortopedia-traumatologia, due ostetricia-ginecologia (una delle quali non raggiunge il limite di 500 punti nascita all’anno) e due pediatria. Il tutto con l’aggravante di farlo in un territorio dove esistono anche cliniche private e strutture di riabilitazione accreditate. Ma con quale logica?!

Per essere chiari, se il decreto commissariale 49/10 prevede che i punti nascita che hanno meno di 500 nascite all’anno devono essere accorpati, allora è necessario farlo, e quindi chi non rispetta il limite di legge deve subire il taglio. Se la legge prevede una serie di prescrizioni e di requisiti sulla idoneità delle strutture sanitarie per poter funzionare è necessario che si accerti quali p.o. le possiedono e quali no, imponendo a chi non ne è dotato di dotarsene, se è in possesso dei requisiti.  Se il decreto 49/10 prevede che debba esserci una emodinamica ogni 400/500 mila abitanti e deve funzionare 24 ore su 24,  non v’è motivo di avere una quarta emodinamica in un area che funziona solo parzialmente e che si trova a soli 10 km. da quella dell’A.O. di Salerno. In definitiva, si vuole imporre una proposta che danneggia pesantemente e irreversibilmente i comuni montani, le popolazioni interne, che è iniqua, che è ingiusta sul piano delle distribuzione dell’assistenza, che sfavorisce aree territoriali già fortemente depresse sul piano economico, sociale e infrastrutturale, che vivono condizioni di forte abbandono e di criticità. Con una rete viaria fatiscente e deficitaria, che determina una oggettiva impossibilità di rapidi collegamenti con gli altri P.O. (solo per raggiungere l’ospedale di Battipaglia da Roccadaspide centro bisogna percorrere 42 Km.). Se poi si considerano i comuni interni alla Valle, allora le distanze diventano incredibili (oltre 70 Km). Non senza considerare i tempi di percorrenza per raggiungere strutture in grado di assicurare il pronto intervento, che, data la morfologia del territorio e la pessima rete viaria, risultano incredibilmente lunghi (oltre una ora e mezza, cioè tempi pressoché raddoppiati, se non addirittura triplicati, rispetto a quelli c.d. normali o standard) e chiaramente tali tempi sono assolutamente inconciliabili con la celere ed immediata risposta all’esigenza di salute e di pronto intervento per le patologie e i casi gravi, purtroppo sempre crescenti. Sono certo che l’accordo tra il Sindaco di Eboli e il Commissario prefettizio di Battipaglia non troverà l’assenso del Direttore Generale dell’ASL di Salerno – dott. Antonio Squillante – il quale ha in più di una occasione ha manifestato senso di responsabilità e conoscenza della questione, ma soprattutto grande fermezza nell’affermare principi di tutela generale della popolazione e di equità. Mi rifiuto di pensare che interi territori, intere popolazioni, debbano pagare il prezzo di vedersi sottratta la tutela sanitaria perché vi sono “assi” che impongono autonomamente e unilateralmente accordi e/o proposte che altri dovrebbero limitarsi semplicemente a subire. Noi non le subiremo. Girolamo Auricchio