Rubrica: L’avvocato risponde “Scioglimento comunione ereditaria”

Avv. Angelo Cennamo

Buongiorno, Avvocato Cennamo, mi chiamo Roberto e sono comproprietario di un fabbricato rurale, sito nei pressi di Reggio Emilia, che io e mio fratello Gianni abbiamo ereditato diversi anni fa dai nostri genitori. L’immobile non è in buone condizioni; avrebbe bisogno di una ristrutturazione, sia all’interno che alle parti esterne. Non avendo alcun interesse a conservare tale proprietà, anche perché il fabbricato dista molti chilometri dal luogo in cui vivo, ho pensato di vendere. Il problema è che mio fratello non acconsente alla cessione perché, dice, quel posto ha per lui un grande valore affettivo. Né ha intenzione di acquistare la mia quota, non essendo in grado di pagare il giusto prezzo. Cosa posso fare?      

Egr. Roberto, la considerazione di suo fratello è comprensibile; immagino che quel fabbricato raccolga numerosi ricordi e memorie familiari. Ad ogni buon conto, le rimangono un paio di opzioni per liberarsi della sua quota ereditaria, a prescindere dalla volontà di Gianni. In primo luogo, dopo aver offerto a suo fratello l’opportunità di comprare ( diritto di prelazione), può cedere a terzi ( allo stesso prezzo proposto a Gianni) la quota di proprietà. Ma nell’eventualità in cui non dovesse trovare soggetti interessati all’acquisto, può adire le vie legali e promuovere una causa di scioglimento della comunione, senza che suo fratello possa impedirglielo ( diritto potestativo). In estrema sintesi, il tribunale prenderà atto che nessuno dei due fratelli ha intenzione né la possibilità di comprare la quota dell’altro e, dopo aver fatto stimare il valore del bene, lo metterà in vendita. Il ricavato sarà poi diviso pro quota. L’avverto : la causa non sarà brevissima. Ma stia certo che l’avvocato di suo fratello, chiunque esso sia, non avrà difficoltà a convincere il proprio cliente a cedere prima, pur di evitare la vendita all’incanto, che potrebbe rivelarsi molto meno vantaggiosa.    Saluti – Avv. Angelo Cennamo