Addio maestro D’Orta

di Rita Occidente Lupo

E lui, non se l’è cavata. Marcello D’Orta, il maestro partenopeo che riuscì a mettere nero su bianco, pubblicando “i capolavori letterari” dei suo iallievi della Scuola Elementare di Scanzano, ha chiuso gli occhi a 60 anni. La penna, non un vezzo, ma una vera e propria passione, ad accompagnarlo in un anno di sofferenze col cancro. Tra le sue produzioni, la scoppiettante prima fatica “Io speriamo che me la cavo” segnante il passo di una produzione tra il faceto ed il semiserio. Lui, che cercava di sbriciolare lingua italiana, tra infarciture dialettali e costumi del popolino dei quartieri: che viveva l’afa delle abitazioni, come l’asfissìa di certi perbenismi. Marcello, una guida per i suoi scolaretti, un punto referenziale, come avviene in certi ambienti in cui o si assurge a leader o si finisce per essere annientati. La scuola di trincea, qualla che ancora resiste in molte zone dell’hinterland partenopeo, che non ha i mezzi per sopravvivere. Che deficita di suppellettili, per la sua sfida millenaria. Orfana d’infrastrutture, per poter reggere il passo con la formazione sociale, impone ogni volta ai suoi alfieri, eroici sacrifici, per poter gettare semi culturali. Tra mancato raccordo familiare o antitetico alle linee guida di un iter formativo, mirato alla legalità della cosceinza sociale ed assenza di correttivi, atti a reggere il processo culturale con tanto di supporti necessari almeno all’alfabetizzazione, gli educatori, i docenti, i maestri, più assistenti sociali, che dispensatori di cultura. Più baby sitter, che detentori di sapere. Più guardie del corpo, che fari informativi. Eh sì, perchè l’istruzione, in certi spaccati sociali, sottovalutata, dribblata…solo un onere, per non evadere l’angosciante obbligo! La scuola “sgarrupata” di Marcello, quella che purtroppo ancora fa acqua da molte parti. Con falle anche nella gestione didattica, per chi non avvezzo a saper vivere in guerra, si ritrova a dover usare il paravento della fragilità, per non sentirsi protagonista. Sopravvivere in certi contesti, vera e propria crociata quotidiana! Ma quando la sfida alta, allora si distinguono i migliori! E si assurge a leader, del gruppo! A capo, a cui guardare! Gli adolescenti, provenineti spesso da contesti sociali in cui anche la figura genitoriale, compromessa spesso dalle maglie della legalità, ancora con parametri referenziali: il rispetto, in certi contesti, per l’individuo che sa meritarselo! Ebbene, Marcello è riuscito a saper essere protagonista del piccolo, facendo assurgere i suoi piccoli, ad “eroi” di una pagina letteraria del nostro tempo. A lui, maestro dalla penna rossa, nel correggere gli strafalcioni ortografici, il ricordo di tanti, il sorriso di chi ha letto le sue pagine…il grazie dei suoi allievi, che da lui hanno ricevuto un testamento di vita!