Rubrica: l’Avvocato risponde “Buche stradali”

Angelo Cennamo

Egr. Avv. Cennamo, mi chiamo Andrea e ho 52 anni. L’altra sera, uscendo da un ristorante del centro, sono inciampato in una buca presente sul marciapiede, invisibile per il buio e non segnalata. A causa della caduta, ho riportato la distorsione di una caviglia ed alcune escoriazioni. Subito dopo, mi sono fatto accompagnare all’ospedale più vicino per farmi refertare. Posso chiedere i danni al Comune?

Sì, può farlo. In base a quale norma, tuttavia, non è semplice da spiegare. Ai sensi dell’art. 2051 c.c., infatti, l’Ente comunale è responsabile dei beni che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. Il marciapiede dove lei è caduto è senza dubbio un bene pubblico che rientra nella custodia del Comune. Ai sensi della stessa norma giuridica, però, perché  si possa ravvisare la responsabilità dell’Ente è necessario che l’incidente capitatole sia connotato dagli elementi dell’insidia e del trabocchetto; vale a dire che il pericolo sia invisibile ed imprevedibile. Ora, lei riferisce che il fatto è capitato di sera, al buio, e in un luogo ( sul marciapiede di una strada del centro cittadino) dove nessuno sarebbe tenuto a prevedere la presenza di una buca, oltretutto senza che questa sia adeguatamente segnalata da un cartello. Pertanto, direi che la responsabilità del Comune, in base all’art. 2051 c.c. sia facilmente dimostrabile ( con prova testimoniale). Ad ogni modo, con diverse statuizioni, la Corte di  Cassazione ha stabilito che : “qualora non sia applicabile la disciplina di cui all’art. 2051, in quanto sia accertata, in concreto, l’impossibilità dell’effettiva custodia del bene a causa della notevole estensione dello stesso e delle modalità di una parte di esso, l’Ente pubblico risponde dei danni secondo la regola generale del 2043 c.c., norma che non limita affatto la responsabilità della P.A. alle ipotesi dell’insidia e  del trabocchetto.” Proceda, dunque.   Avv. Angelo Cennamo

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