Piaggine: faggi secolari ultimo atto

Dopo oltre un mese di continui sfregi nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, oltre 1.500  faggi  (Fagus  sylvatica) di alto  fusto per un  totale di oltre 1000 quintali  sono stati abbattuti. Lo scempio è  finito con  i sigilli apposti al cantiere dal Corpo Forestale dello Stato, intervenuto grazie anche alle continue  informazioni e sollecitazioni da parte del COPAT (Comitato Parchi e Territorio), GET  (Gruppo Escursionistico  trekking) Vallo di Diano di Giancarlo Priante, più volte minacciato e querelato per il suo attivismo, e Lupi dell’Appennino di Salerno. Il taglio operato tra ottobre e novembre 2013 nel territorio comunale di Piaggine, è la prosecuzione dei  tagli avviati e anch’essi bloccati dai ricorsi delle Associazioni ambientaliste realmente presenti sul territorio nel 2010. Restano  le  cicatrici  prodotte  in  più  di  trenta  giorni  di  attività,  con  l’apertura  di  nuove  piste  di esbosco create dai cingolati e dalle pale meccaniche utilizzate per il taglio, tracciate sulla superficie carsica  di  questo  delicato  ecosistema,  che  solo  tra  alcuni  secoli  sarà  rimarginato  dall’opera  della Natura. I Lupi dell’Appennino  il 12 ottobre 2013  in collaborazione con  il Comitato Parchi Italia e del suo coordinatore  Professor  Franco  Tassi,  lanciavano  l’allarme  in  brevissimo  tempo,  per  questo ennesimo attentato al cuore del Parco Nazionale. A distanza di un mese  le  nostre più  fosche previsioni  purtroppo  sono  state confermate,  in questa area che dovrebbe essere tutelata al massimo livello, ricordiamo che questo territorio è riconosciuto anche a  livello europeo nel quadro della Rete NATURA2000 con  l’istituzione di Sito di  Interesse Comunitario  (SIC)  e  Zona  di  Protezione  Speciale  (ZPS),  i  risultati  sono  sotto  gli  occhi  di  tutti. Spazzati  via  gli  habitat  del  Picchio  nero  (Dryocopus  martius),  del  Picchio  rosso  mezzano (Dendrocopos  medius),  dell’Astore  (Accipiter  gentilis),  dello  Sparviere  (Accipiter  nisus),  della Rosalia alpina e della  farfalla azzurra, Maculinea arion, per non parlare del  re del bosco,  il Lupo (Canis lupus). Ci  chiediamo,  come  già  ribadito  in  precedenza,  perché mai  questo  gigantesco  Parco Nazionale, nonostante  i  continui  attacchi  che  quotidianamente  subisce,  continua  ad  essere  inserito  nei  siti UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. In  un’epoca  in  cui  i  gravi  sconvolgimenti,  provocati  dall’uomo  creano  devastazione  e  morte,  il Comune di Piaggine, ha voluto fornire il suo modesto contributo.

Per i Lupi dell’Appennino