Cava de’ Tirreni: Senatore “Utopia politica?”

Bisognerebbe correggere gli italiani da qualcuno dei loro difetti tradizionali. Correggerle dal troppo facile ottimismo, dalla negligenza che segue talvolta una troppa rapida ed eccessiva diligenza, da questo lasciarsi ingannare dopo la prima prova, da questo credere che tutto sia compiuto mentre molto non è ancora incominciato. Questa massa informe è come un gregge di pecore finché non viene organizzata. Mai le moltitudini di pecore potranno governarsi da sé. C’è bisogno quindi, non di un solo uomo forte, ma di una classe politica seria, forte, decisa e lungimirante, sicura a cui affidarsi ad occhi chiusi. Purtroppo la gente oggi presa da tanti guai e da una crisi economica più pesante di quella del 29, ha meno tempo di pensare e vaga alla giornata, per cui la disposizione dell’uomo moderno a credere è incredibile. Per governarli sono assolutamente necessarie due cose: <<i poliziotti e le musiche in piazza, le famose tre –f- borboniche: feste , farina, e forca.Bisogna fare largo ai giovani, ma quali: quelli imbelli che fin ad oggi abbiamo cresciuto nell’ovatta e sotto la gonnella di mammà? Gli spartani nell’educazione dei figli non ci hanno proprio insegnato nulla? Bisogna, quindi, forgiarli per creare la classe degli inventori, che persegue il segreto del mistero, la classe dei giudici; dei grandi uomini di cultura e di impegno; la classe dei grandi capitani di industria, dei grandi esploratori; dei grandi governanti e governatori, in parole povere, dei grandi uomini che possono segnare il destino e il futuro della nostra Patria. Ed è attraverso questa selezione metodica che si creano le grandi categorie che faranno diventare nuovamente grande l’Italia nel mondo. Occorre, infine, andare verso il popolo, non nel segno della democrazia definita da alcuni come il modo per far picchiare il popolo, dal popolo, in nome del popolo. Invece andare decisamente verso il popolo, vuol dire realizzare concretamente la nostra civiltà economica che è lontana dalle aberrazioni monopolistiche del comunismo, ma anche dalle insufficienze stradocumentate della economia liberale, capitalistica, americanizzata senza freni inibitori.Tutto ciò, non è utopia perché la storia dopo tanti inenarrabili disastri mondiali ci sta dando ragione. Siamo ancora in tempo per sollevarci!!!

avv. Alfonso Senatore

Presidente dell’ Associazione “CITTA’ UNITA”