Battipaglia: Pietro Ciotti “Tassazione insostenibile per famiglie, reitrodurre fasce reddito”
Un vero salasso per le famiglie battipagliesi. Sono i ticket mensa appena varati dal commissario prefettizio. “Non è un servizio sociale, ma scolastico, c’è una sentenza del tar del Lazio che dice che la mensa è un servizio a domanda individuale e non un servizio sociale …. E che pertanto il ticket deve coprire il 36% di costi”. Queste sono, in sintesi, le ragioni che hanno portato un carnet di 20 buoni pasto per i bambini Battipagliesi a 64,68 euro, o almeno per quelli che le loro famiglie se lo potranno permettere. Finora vi erano le fasce di reddito da 0 fino a 70 euro a carnet, in base al reddito delle famiglie (da 0 e fino 4.999euro non si pagava nulla; da 5 mila a 7.499 euro: 23 euro; da 8 mila a 9.999 euro: 32 euro; da 10 mila a 12.499 euro: 41 euro; da 12.500 fino a 17.999: 54 euro; da18 mila euro in poi: 70 euro). Unica agevolazione: chi ha reddito Isee zero non paga nulla, e c’è uno sconto del 20% sul secondo figlio. Stop. Questo è quanto. “Ancora una volta, a Battipaglia, sono le famiglie a pagare i costi di servizi importanti, ancora una volta per la cattiva Amministrazione e i debiti contratti negli anni passati fanno sentire il loro peso sui redditi medi e medio bassi – dice il presidente dell’associazione Comunità “Storia e Futuro”, Pietro Ciotti – La burocrazia, la mera applicazione di norme, senza lo sforzo di capire quale momento si sta vivendo e sostenere i redditi anche con azioni calmieranti dei costi diretti sui cittadini, la fa da padrone. Battipaglia è ormai una città che non riconosce se stessa, dove le persone e il diritto di essere cittadini è un lontano ricordo nell’essere soddisfatto da un’azione di governo da parte della “P”olitica, da parte delle “I”stituzioni. L’esempio della mensa è lampante. E’ la mera applicazione di norme per fare cassa, e farlo con le tasche delle famiglie che non si possono sottrarre. Mensa scolastica significa anche socializzazione, programmi educativi, progettualità ed educazione, significa fare identità dei ragazzi Battipagliesi al di là delle condizioni economiche delle loro famiglia. Più equità per più identità”. La proposta: “Chiediamo al commissario di reintrodurre le fasce che danno una maggiore equità, che fanno pagare di più a chi ha di più, salvaguardando i redditi più bassi e le fasce più deboli della società ed evitare nuove aree di marginalità e nuovi steccati sociali. Il rischio è che i genitori ritirino i propri figli da scuola all’ora di pranzo, facendo venire meno quel principio base del diritto allo studio uguale per tutti, per chi ha, per chi ha di meno o per chi non ha affatto”.