Roma: Se non Ora Quando contro Femminicidi

All’audizione tenutasi innanzi alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, nell’ambito dell’iter di conversione del provvedimento sul femminicidio, è stato depositato agli atti il documento elaborato da numerosi comitati territoriali e tematici Snoq e risultato di una ricca discussione avvenuta all’interno del coordinamento nazionale. Il nostro comitato ha contribuito all’elaborazione dell’atto, di cui si pubblica uno stralcio, facendo sì che anche solo idealmente alcune donne del Vallo di Diano fossero lì in audizione alla Camera dei Deputati. A nostro parere la soluzione del problema costituito dalla violenza di genere non può che nascere dal riconoscimento che la questione non sia emergenziale ma culturale e debba essere affrontata con un’ottica di educazione alla differenza di genere, alla prevenzione, alla autodeterminazione della donna.Il DL sicurezza, varato ad agosto e contenente norme in materia di violenza contro le donne, si inserisce certamente in un momento in cui il femminicidio, per i moltissimi casi che purtroppo si registrano quasi quotidianamente e per l’attenzione diversa che anche i media vi riservano, comincia ad essere percepito anche dall’opinione pubblica come espressione di una violenza tutta maschile perpetrata contro le donne. In questo senso riteniamo che il DL abbia, quindi, il merito di richiamare all’attenzione della politica e del Paese tutto il problema della violenza e ci auguriamo possa fornire reali strumenti per un’ applicazione più rigorosa della la legge 154/2001. Nondimeno nel DL sono contenuti alcuni elementi che ci preoccupano e che riteniamo presentino forti criticità: non c’è un impegno concreto a investire in percorsi educativi e formazione; non si prevedono finanziamenti ai centri antiviolenza e alle reti di supporto alle donne;
non si parla di centri di ascolto o percorsi formativi per gli uomini maltrattanti.
Entrando poi nel merito di alcuni punti del decreto, osserviamo che:
la non revocabilità della querela da parte delle donne offese è un’arma a doppio taglio. Potrebbe essere applicata in maniera responsabile solo se si garantisse concretamente alle donne che le violenze non continuino, ma questo può avvenire solo se viene finanziata e fatta crescere la rete di supporto alle donne in ogni momento del percorso di distacco.
l’inasprimento della pena di un terzo nei casi in cui le violenze vengano perpetrate da un coniuge/partner rispecchia la frequenza dei femminicidi che avvengono in ambito domestico, ma rischia di discriminare tutte le altre situazioni di violenza.
Osserveremo dunque con interesse il prossimo percorso del decreto, augurandoci che le istituzioni vogliano accogliere, insieme alle nostre, le osservazioni che giungono da tutto il mondo femminile e da numerose voci competenti. Non c’è possibile sconfitta della violenza di genere senza un ampio lavoro culturale, preventivo, educativo”.