VeliaTeatro: l’Iliade

In un’epoca in cui la realtà è spesso ardua, si avverte ancor più il bisogno del sogno. Una dimensione a cui VeliaTeatro dedica la serata di domenica 25 agosto. Il sesto appuntamento della XVI edizione della rassegna teatrale sull’acropoli dell’area archeologica di Elea-Velia si apre (ore 21) con una breve discussione sul libro «Il compagno dell’anima. I Greci e il sogno» (Raffaello Cortina Editore), scritto da Giulio Guidorizzi, professore ordinario di Letteratura Greca all’Università di Torino, per proseguire con la rappresentazione di «Iliade» a cura di Gianluigi Tosto. Muovendo dal titolo di una recensione al testo,scritta dal critico letterario Pietro Citati (sul Corriere della Sera del 13 aprile 2013), l’incontro si intitola«Achille sogna Patroclo. Il sonno più bello della storia dell’Occidente». Si discuterà con il professore Guidorizzi della sua opera che parla della cultura del sogno che i Greci svilupparono alle origini della civiltà occidentale. Per loro la vita notturna era un messaggio capace di proiettarsi con forza sulla vita cosciente. Ai sogni si chiedevano indicazioni su scelte da compiere, oracoli, miracolose guarigioni. Dai sogni di Omero a quelli poi studiati e descritti da filosofi, scienziati, poeti, partendo da quello descritto nel ventitreesimo libro dell’Iliade dove l’ormai defunto Patroclo, suo compagno di infanzia, di progetti e di battaglie, appare in sogno ad Achille. Un’immagine che si rivela illusoria, svanendo non appena quest’ultimo prova a stringerla al petto. Espressione del risveglio con cui, nel momento culminante, si infrangono i sogni con un desiderio incompiuto. E sulla traccia del testo presentato si pone anche lo spettacolo della serata: «Iliade», dove la forza dei personaggi omerici è interpretata con straordinaria efficacia da Gianluigi Tosto. L’attore, unica presenza sul palco assecondato solo dal suono di semplice strumenti musicali, si muove alla maniera degli aedi dell’antichità. E degli eroi del più noto dei poemi arcaici fa emergere la prepotenza dei sentimenti, totali e senza mezze misure. L’ira di Achille, la superbia di Agamennone, l’ardore di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo. Per un’Iliade narrata, dal punto di vista più oggettivo di chi racconta o da quello soggettivo di chi è parte delle vicende. Modulando i toni e componendo i passaggi, lasciando sullo sfondo le battaglie descritte da Omero. Ponendo piuttosto attenzione ai personaggi umani: all’universalità di virtù e debolezze, passioni e sofferenze. E la musica, già insita nel ritmo e nella metrica dei versi, diventa parte integrante della narrazione. Grazie al suono di guerra del djembé che accompagna la lite fra Achille e Agamennone, alle mazze di ferro che ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti, al gong che annuncia l’intervento decisivo degli dèi, ai campanellini indiani che assecondano l’emergere dal mare di Teti, la madre di Achille. L’opera è parte della trilogia «Il Canto e la memoria» ideata e inscenata dall’attore, completata da altri due grandi poemi dell’antichità: l’Odissea e L’Eneid . VeliaTeatro proseguirà con l’ultimo appuntamento di questa edizione, mercoledì 28 agosto (ore 21), con la rappresentazione della commedia di Aristofane, «Le Rane», a cura della compagnia «La Bottega del Pane» preceduta dal dibattito su «Menzogna, arte, verità» con i filosofi Gianni Vattimo e Franca D’Agostini. La manifestazione, organizzata dalla Associazione Culturale Compagnia Michele Murino Cilento Arte, si svolge con il sostegno di Banca del Cilento e Lucania Sud di Vallo della Lucania, Soprintendenza Archeologica di Salerno, Regione Campania, Provincia di Salerno, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, Istituto di Istruzione Superiore Parmenide di Vallo della Lucania.