Egitto insanguinato

di Rita Occidente Lupo

In questa bizzarra estate, l’Egitto per il golpe che balza in primo piano anche per il nutrito bollettino di vittime civili. Gli appelli del Santo Padre, a deporre le armi della violenza, per ricomporre equilibri pacifici di convivenza,  nella furia di chi salutato, in Mohamed Morsi, circa un anno fa, il liberatore da una crisi economica stagnante. Dalla disoccupazione e dalla povertà, I Fratelli Islamici, formatisi nel 1928, convinti di esser scampati!  Ed invece, ancora i segni di un governo, quello di Hosni Mubarak, a discapito del novello democratico, quinto presidente egiziano, deciso ad indirizzare il Paese in un’ottica coranica, non teocratica, privilegiante anche le donne, da sottrarre ad ogni sorta discriminante. Inoltre, Morsi, dell’avviso che il progresso del Paese, transitante anche per stati della popolazione tenuti in ombra: in tal modo, privilegiato non il ceto medio, favoriti grossi imprenditori, gravitanti intorno al Presidente! Da un empasse, nel quale arduo distinguere il profilo dei nuovi capi della rivolta pacifica: di quella cioè, che scampando le moschee, chiuse anche queste, a fine Ramadam, possa osare una rinascita propositiva, senza distinguo di sorta, per ogni ceto sociale. Al momento sulla novella Piazza Tienamen… troppo sangue!