Avellino: Gesualdo, oggi funerali Agente suicida

 Si terranno oggi  a Gesualdo i funerali dell’Assistente capo della Polizia Penitenziaria  Marcello Pesiri, in servizio nella casa circondariale Ariano Irpino, che si è tolto la vita il 12 agosto scorso nella cittadina dell’Avellinese. Ma la decisione dell’Amministrazione Penitenziaria di negare la presenza alle esequie di un picchetto armato e di una rappresentanza del Corpo di Polizia cui apparteneva il povero Pesiri ha suscitato la vibrata protesta del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE.“La troviamo una decisione vergognosa” tuona il Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece. “Negare la presenza di una rappresentanza del Corpo di Polizia del quale il povero collega Marcello Pesiri era valido appartenente è miope oltrechè vergognoso. Altro che le lacrime di coccodrillo del Capo del DAP, Giovanni Tamburino, che nell’immediatezza del tragico evento ha espresso alla famiglia il cordoglio dell’Amministrazione Penitenziaria. Che senso ha negare la partecipazione alle esequie di un picchetto armato e di una rappresentanza del Corpo? Se non lo fa il DAP, lo facciamo noi. Tutti i nostri delegati ed iscritti che saranno oggi alle esequie di Marcello Pesiri saranno in divisa d’ordinanza, per rendere onore e l’estremo saluto ad un compianto amico e collega”. Capece, che stigmatizza le dichiarazioni di taluni dirigenti di altri sindacati che nonostante queste tragedie preferiscono ‘strizzare l’occhio’ ai vertici del Dap piuttosto che richiamarli alle proprie responsabilità istituzionali e morali, annuncia che “a settembre il SAPPE tornerà in piazza, sotto le bandiere azzurre del SAPPE, per protestare contro quella parte di dirigenza dell’Amministrazione penitenziaria che da più di vent’anni ostacola ogni evoluzione ed accrescimento professionale della Polizia penitenziaria e non ha adottato alcuna concreta iniziativa per favorire il benessere del Personale e contrastare lo stress lavorativo. Una dirigenza composta da burocrati che, mentre le carceri si infiammano con violenze di detenuti, pensano a togliere delle tasche degli Agenti che lavorano in prima linea centinaia di euro ogni mese per far pagare loro il posto letto nelle Caserme. Provvedimento folle, assunto contro le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che, nell’indifferenza dei piani alti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, combattono ogni giorno – nella prima linea delle sezioni detentive delle carceri,  a bordo dei mezzi che trasportano i detenuti, nelle sale degli Ospedali in cui piantonano i detenuti ricoverati – le gravi criticità penitenziarie che si caratterizzano per il pesante sovraffollamento e la consistente carenza dei nostri organici. Uomini e donne che sono obbligati ad effettuare turni di lavoro straordinario senza vedersi corrisposti i relativi emolumenti economici ed a anticipare le spese nei servizi di traduzione, compiuti spesso su mezzi fatiscenti ed inadeguati. Questa è una vergogna ed uno schiaffo a chi lavora in prima linea!”.