Fisciano: classifica Censis 2013/14, l’UNISA conferma pregi e difetti
Come ogni anno arriva il rapporto Censis-Repubblica relativo agli atenei italiani. Più che una semplice lista, la ricerca si pone come vera e propria guida per chiunque sia interessato a conoscere la qualità e il valore degli insegnamenti, così come il livello dei servizi, delle nostre università. La temuta classifica, praticamente consultata da ogni matricola del paese, ha innanzitutto ribadito una superiorità degli atenei del Nord su quelli del Sud, consolidando una triste tradizione che vede il Meridione perennemente alla rincorsa. L’Università degli Studi di Salerno rivela molti luoghi comuni, purtroppo poco metaforici e troppo reali, che ne fanno una sorta di esempio delle condizioni della bassa Italia. La didattica regge, soprattutto nell’ambito delle lauree magistrali a ciclo unico, ovvero della durata di cinque o più anni, dove spiccano ingegneria civile al 24esimo e farmacia al 26esimo posto di categoria. Più indietro giurisprudenza in 46esima posizione. Per le lauree triennali, invece, ecco le aree disciplinari del rapporto: socio-politica (28esima), ingegneria (29esima), chimico-farmaceutico (32esima), scientifico (33esima), umanistico (36esima) e linguistico (38esima). La ricerca pure non mancherebbe, con l’eccellenza di ingegneria civile al quarto posto al pari di Bologna, tuttavia a conferma delle consuetudine, l’UNISA si mostra povera in tutte altre voci che indicano la qualità di un ateneo. Decima tra i grandi atenei (da 20.000 a 40.000 iscritti), l’università salernitana ottiene misere votazioni nei servizi, nelle borse di studio, e nell’internazionalizzazione, voce che ha a che fare con gli studenti stranieri iscritti. Si salva il sito web, che ottiene un ottimo punteggio, malgrado la chiarezza del proprio dominio online pare molto incostante a seconda della facoltà di riferimento (alcune curano chiaramente le proprie aree, altre pochissimo). I servizi vengono ritenuti scarsi, inoltre la situazione è ulteriormente aggravata dalla collocazione, infausta e dettata a suo tempo da giochi politici, la quale ha impedito al centro accademico uno sviluppo rapido e costante. Fosse stata a Salerno ne avrebbe beneficiato sia la città sia l’università, iniziando un percorso parallelo di grande rilievo, invece la sede di Fisciano allontana i potenziali iscritti: da una parte il poco interesse a trasferirsi lì, dall’altra l’effettiva difficoltà di raggiungere l’ateneo, fortemente legato a una situazione trasporti a dir poco caotica (ancora incertissima la contesa CSTP). La questione borse è un’altra problematica seria, ed il punteggio a dir poco scadente (69 su 110) è solo la traduzione numerica di una realtà ben nota agli studenti: pochi fondi, criteri piuttosto criticabili, l’UNISA arranca se messa a confronto con le realtà più avanzate, ma anche solo discretamente strutturate del paese. L’internazionalizzazione si ricollega, oltre alla scarsità di studenti stranieri, a una generale tendenza a stringere pochissimi relazioni internazionali, e di fatti è difficile sentirsi integrati in un sistema più ampio frequentando l’Università degli Studi di Salerno. A fronte di un livello di insegnamento adeguato, i difetti che ci aspetterebbe permangono forti ed evidenti.