Vallo di Diano: Se non ora quando? Contro emendamento Commissione Giustizia

Maddalena Robustelli

Si denota quale profondamente ingiusto l’emendamento, votato giorni fa dalla commissione Giustizia del Senato con parere favorevole del Governo, per il quale è prevista “la custodia cautelare in carcere solo per i delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni”. I parlamentari in questione hanno in tal modo deliberato che gli stalker non subiranno più per la loro condotta criminosa la custodia cautelare, perché per il correlato reato la normativa prevede una pena detentiva dai sei mesi ai quattro anni. L’escalation di femminicidi, l’ultimo dei quali caratterizzato da denunce pregresse della vittima nei confronti del coniuge, di certo merita che i nostri rappresentanti istituzionali adottino norme pienamente congrue alla pericolosità sociale del fenomeno.  E, invece, ecco lì l’emendamento votato, che assume indubbiamente l’amaro sapore di una misura indegna di un Paese normale. Se non ora quando – Vallo di Diano esprime un forte e motivato sdegno al riguardo, auspicando nel contempo che la commissione Giustizia della Camera sani questa palese ingiustizia. Di ben altro abbisognano le donne perseguitate dai propri stalker, come, ad esempio, un Piano nazionale antiviolenza capace di tenere nel debito conto l’esigenza di uniformare la normativa italiana alla comunitaria, relativamente ai centri per accogliere e proteggere l’ integrità fisica e psicologica propria nonché dei figli. Sbagli o disattenzioni non possono ripercuotersi sulle vittime di una violenza gratuita, umiliante, finanche letale, ed ora più che mai è necessario mettere mano alla modifica del testo deliberato in commissione Giustizia del Senato.