Nel Cilento libertà sempre più rara…

 

Giuseppe Lembo

Che strano mondo è quello in cui viviamo!  L’uomo considera assolutamente necessario trovare una giustificazione a tutto; tutto, ma veramente tutto, è umanamente giustificabile? Il mondo è fatto, prima di tutto, di umanità; nel momento in cui il suo volto umano diventa disumano, allora l’umanità corre inevitabilmente seri e gravi rischi. Il giustificazionismo è purtroppo un aspetto deteriore dei valori umani; lo si chiama in causa quando l’uomo non sa trovare il giusto equilibrio alle cose e non sa dare le giuste risposte agli eventi umani. Allora siamo di fronte all’incantesimo che si è rotto; allora suona il campanello di allarme e bisogna ben capire che quel campanello suona per tutti, per cui tutti devono essere sensibili al suo suono, verso cui c’è purtroppo e sempre più, una crescente umana indifferenza. Il 6 giugno le cronache dei giornali con titolo a tutta pagina hanno riportato un triste episodio; la morte di un bambino dimenticato in una macchina. Morto disperatamente solo per la grave dimenticanza del padre. Quella di Luca (è questo il nome del bambino) è una morte accidentale, le cui responsabilità prima di tutto ed essenzialmente morali, pesano non solo sul padre, ma indirettamente anche su tutti NOI, parte di un insieme sociale sbagliato; su tutti noi esseri umani che troviamo una giustificazione possibile anche di fronte ad una così grave tragedia. Un atto di disattenzione che, come vanno le cose del mondo, potrebbe anche ripetersi e poi vederci umanamente pronti a trovare una nuova giustificazione. Nel mondo in cui viviamo siamo sempre più vittime di una evoluzione tecnologica assolutamente nuova; un’evoluzione tecnologica a cui non si era per niente preparati. In un mondo austeramente tecnologico a contare è sempre più la sola cultura tecnologica; è a questa che si adatta il corso della nostra vita ed a tutte le nostre esigenze. Il mondo con il quale siamo costretti a confrontarci rende tutti noi fragili; sempre più fragili. Noi siamo il frutto dell’evoluzione. Ci sta venendo completamente meno il nostro passato, ormai del tutto scardinato nel confuso fare umano degli ultimi trent’anni; e così migliaia di anni di rapporti, di esperienze e comportamenti umani, sono stati cancellati; sono stati completamente scardinati nelle diverse tappe della nostra vita e nei ritmi della nostra quotidianità e nel fluire fluido e veloce del pensiero di ciascuno di noi. Un patrimonio di secoli di umanità è assolutamente scomparso; del tutto cancellato. C’è voluta tanta lunga attenzione e concentrazione umana per capire i ritmi della terra e dare il via all’agricoltura; c’è voluta tanta attenzione e concentrazione umana per costruire tanti meravigliosi monumenti, senza gli attuali supporti tecnologici; oggi non solo non si realizzerebbero, ma è difficile anche il solo pensare a cose che sono il frutto del grande ingegno umano che, prima di tutto, ha bisogno di profondità e di una direzione univoca verso cui andare. Le tecnologie di un’invadente comunicazione, sempre più assordantemente veloce, hanno completamente frantumato la nostra capacità di attenzione profonda; tutto resta sempre e solo in superficie; tutto frettolosamente appare e scompare dentro la nostra mente, con vuoti sempre più assordanti e pericolosi. L’attenzione umana è ormai più virtuale che reale.  È poco reale; come per Luca, la stessa presenza del proprio figlio di tre anni in macchina. È una presenza del tutto secondaria nel bagaglio dei propri prevalenti pensieri tecnologici. Siamo ad una situazione di un profondo allarmismo per l’equilibrio di ciascuno con il mondo virtuale; si è terrorizzati in modo permanente sul pericolo di prendere quell’onda lunga che ci tiene connessi al mondo virtuale che ci circonda. È questa e sempre più solo questa, la grande preoccupazione dell’uomo del nostro tempo. Quando il cervello si allontana da questa condizione di onda lunga che ci tiene connessi con il mondo virtuale, entriamo inevitabilmente in forte fibrillazione ed in uno stato di grande instabilità mentale. C’è da fermarsi a riflettere! La tecnologia non è tutto dell’uomo; dobbiamo intelligentemente usarla quando ci serve, senza subirne la sudditanza. È ancora importante per l’uomo costruire i rapporti umani che sono fondati sull’amore per l’altro. Mancando la capacità di costruire i rapporti umani, basati sull’amore e sulla solidarietà allora sono guai per tutti. Meditate gente! Meditate!