Salerno: PRC, critica all’atto aziendale

Partendo dalla considerazione che la salute è un bene comune e che la  repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti (art.32 costituzione) il PRC federazione di Salerno boccia
il nuovo atto aziendale ASL Salerno ritenendolo inefficace e inefficiente perché non verte sulla tutela della salute dei cittadini ne sulla diminuzione dei costi sociali, riteniamo inoltre che questo
atto violi alcune norme Regionali e i principi cardini del SSN.
In particolare riteniamo che la modifica degli ambiti territoriali,
così come presentata all?interno del nuovo atto, violi la legge
regionale 16 del 2008 art.3 che, in merito alla razionalizzazione
degli ambiti distrettuali, prevede che ogni distretto debba coincidere
con ogni ambito avente una popolazione non inferiore a 50.000 abitanti
ne superiore a 120.000. Oggi ci troviamo di fronte all’accozzaglia creata da questo atto:
-Ambito s01(zona agro-nocerino-sarnese) coincide con l?accorpamento
di 3 distretti (60, 61, 62) portando così l’utenza a 257.217 abitanti;
-Ambito s04 (Picentino- Sele) vede l’accorpamento dei distretti 65 e
68 arrivando ad un utenza di 150.435 abitanti; -Ambito s05 (Salerno Pellezzano) per il distretto 66 abbiamo un utenza  pari 149.733 abitanti. Inoltre l?atto aziendale ci presenta una rimodulazione dei distretti
sanitari competenti nei territori per assistenza sociosanitaria sulla
modifica degli ambiti portando così i distretti da 13 a 10, la
modifica quindi comporta a nostro avviso una totale assenza di un
analisi socioculturale dei territori, l’assenza di considerazione
rispetto ai determinanti di salute, indicatori di rischio biologici e
comportamentali dello stile di vita della popolazione e una totale
assenza della governance generale al servizio dei cittadini e, nel
contempo, una forte burocratizzazione dei distretti territoriali un
esempio per tutti: si passa da un unità complessa Sanitaria a due
unità complesse, la seconda di carattere amministrativo, in totale
controtendenza rispetto alla legge 32 del 94 che prevede per i
distretti sanitari un’unica unità complessa con un unico dirigente
sanitario. Inoltre solo con legge Regionale può modificarsi l?assetto dei
distretti sanitari territoriali, nel nostro caso tutto è passato
attraverso una delibera di giunta che, di fatto, prevede la
costruzione di un tavolo tecnico per l’elaborazione della proposta di
riallineamento di ambiti territoriali sociali e distretti sanitari di
concerto con sindaci dei comuni e parti sociali. Anche quest’ultima voce nell’atto in questione è venuta meno, alla  stesura dell’atto aziendale non sono stati consultati ne i sindacati  ne vi è stata una conferenza dei sindaci. Da questo ne scaturisce che CGIL e UIL non hanno sottoscritto gli atti  aziendali e diversi sindaci della provincia di Salerno vi si sono  scagliati contro. Fatto ancor più scandaloso, primo caso in Italia, è la scomparsa  dell’unità operativa materno infantile e l’ accorpamento di  quest’ultima all’unità cure primarie, mentre i consultori familiari,  che non vengono neanche citati nell’organigramma generale, vengono  sostituiti con la generica unità organizzativa definitiva ostetricia e  ginecologia. Viene così meno l’unità che con specifiche competenze  del settore regolamenti il percorso di vaccinazione obbligatoria (per  esempio, nell’ex ASL Salerno 1 era previsto nell’organizzazione del  dipartimento prevenzione), il percorso di nascita, la riduzione dei  cesari, gli screening oncologici. Tutto questo non compare minimamente nella nuova riorganizzazione del  distretto. Di fatto riteniamo che questo atto aziendale tenda a far  scomparire le strutture complesse distrettuali a vantaggio di nuove  funzioni centrali e amministrative. Pertanto in una crisi economica strutturale, come questa che si sta  vivendo, il peggioramento del funzionamento della sanità ancora una  volta si abbatte sulle classi più deboli, creando non solo una mancata  tutela della salute dei cittadini, ma , nella previsione di una nuova  mission dell’azienda che non valorizza più la prevenzione, anche un  aumento inutile dei costi. In un sistema sanitario proprio la prevenzione è la fase primaria  dell’approccio medico alla comunità e principale tutela della salute  del cittadino. Dalla lettura di questo atto, quindi, si evidenzia come i distretti  sanitari siano stato oggetto di una notevole depauperizzazione di  strutture e attività di loro competenza, ogni modifica dovrebbe  partire dalla centralità della persona e del territorio in cui vive,  mentre quest’atto licenzia una marcata burocratizzazione ed una forte  preponderanza di strutture amministrative.
Segretario Provinciale
Loredana Marino