Pietrelcina: anno della fede “San Pio tra spiritualità ed immigrazione” nostra convention ad ottobre

 Nell’anno della fede, le spoglie di San Pio da Pietrelcina in ostensione permanente nella Chiesa di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo, tra mille polemiche in merito alla sfarzosità architettonica. Ma dal Corpo del Santo, stimato tale già in vita, un monito per gli uomini inquieti del nostro tempo, a caccia di paradisi terreni, più che di gioie spirituali. Pietrelcina, Comune beneventano di circa 3000 anime, fermo quasi a quel lontano 25 maggio 1887, allorchè il cielo si degnò accarezzare la terra, con la genesi di Francesco Forgione, al secolo Padre Pio da Pietrelcina. Da una comunità agricola, rurale, dove la maggiore occupazione, i campi, le mosse della santità dello Stimmatizzato garganico. Che già dai primi anni di vita, ricevette segni indelebili dei favori celesti.  Le tre Chiese, che polarizzano il turista religioso, s’intrecciano con la vita di Francesco. Quella della Sacra Famiglia, edificata per volontà dello stesso Frate, che poi emise voti perpetui in tale santuario di culto. Adiacenti, il convento ed il Museo, contenente quest’ultimo alcuni oggetti sacri, appartenuti a San Pio, tra cui la tunica insanguinata. Svetta superbo il Campanile della Chiesa Madre: il 14 agosto 1910, prima Messa del Santo, ai piedi della lignea Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina. La prima domenica d’agosto festeggiata, protettrice anche d’ emigranti. Il centro storico del paese, addensato intorno alla chiesetta di Sant’Anna, riferimento Borgo Antico con Il Castello. Qui ancora pare di sentire i primi vagiti del Santo, tra i genitori Maria Giuseppa De Nunzio e Grazio. Il Battesimo, nel 1899. Oggi, Pietrelcina, con la casa natia, la casa del fratello Michele, la Torretta, luoghi in cui si respira ancora spiritualità a pieni polmoni. “Pietrelcina come Nazareth e Betlemme- rivela  il sindaco del comune beneventano Domenico Masone.-Nostro obiettivo, cercar di tenere il paese ben ordinato ed igienicamente pulito. Una cittadina spirituale, in tutti i giorni dell’anno, contrariamente ad Assisi, candidata a location d’incontri interreligiosi. La nostra dignità meridionalista non ci fa chiedere: alieni dal voler lanciare il brand pietrelcinese come attrattore. Il consumismo non ci coinvolge: poichè San Pio ha vissuto fino al decesso a San Giovanni Rotondo, il Comune che gli diede i natali, poco conosciuto. Solo grazie a Papa Wojtyla, che iniziò ad accentare San Pio proveniente da Pietrelcina, un rilancio alla realtà beneventana. Ogni anno, il flusso turistico annovera circa 400-500.000 presenze. Ho avuto il piacere di conoscere San Pio in vita: il suo essere burbero? Solo per aiutare il peccatore a ravvedersi per incamminarsi verso la santità!” A Pietrelcina, il nostro quotidiano, in sintonia col centro per l’immigrazione Pascal D’Angelo, terrà, patrocinata dall’amministrazione comunale, una convention, grazie all’assessorato al turismo e politiche sociali retto da Salvatore Mazzone, dal tema: “San Pio tra spiritualità ed immigrazione!”