Pietro Forestieri. I chirurghi: Macellai e razza cialtrona?

Nicola Crisci*

 È il recente libro di Pietro Forestieri, professore ordinario di Chirurgia Generale, con il sottotitolo: Delegittimazione e vilipendio di un patrimonio sociale. (Alessandro Polidoro Editore – Avkronos –). Pietro Forestieri è Direttore del Dipartimento Universitario di Chirurgia Generale, Geriatrica, Oncologica e Tecnologia avanzata dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. È stato, dal 2009 al 2011, Presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi in rappresentanza di circa 35.000 soci.

E’ Consulente del Consiglio Superiore di Sanità e della Commissione Parlamentare di un’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali. Con circa 500 pubblicazioni e relatore in incontri nazionali e internazionali.

            Con spirito di servizio afferma ora di presentare alcuni scopi ben precisi la nuova opera: <<riconquistare e consolidare il rapporto di fiducia con i cittadini; garantire una corretta diffusione delle notizie attraverso i media; restituire alla figura del medico la centralità nella gestione delle strutture assistenziali e riaffermarne la dignità professionale nella quotidiana attività al servizio dei cittadini; essere punto di riferimento nei contenziosi medico-legali, contribuendo attivamente ad una revisione delle normative vigenti; vigilare su un corretto, trasparente e produttivo rapporto di collaborazione con le industrie del settore. Era una sfida molto stimolante che poteva essere riassunta in un solo concetto di base: creare una nuova alleanza terapeutica che vedesse coinvolti tutti dalla stessa parte (medici chirurghi, cittadini pazienti, istituzioni e politici, industrie del settore). Da presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi ho cercato di aprire un varco comunicazionale per un’informazione corretta ed equilibrata, per la diffusione della conoscenza dei dati reali, per la rivalutazione del lavoro svolto con estrema professionalità, per spiegare che la scienza medica, di per sé, umanamente fallibile e che ogni atto chirurgico può avere delle complicanze incomprimibili ed ineludibili, che l’eerore è, quasi sempre, non del singolo operatore, ma il frutto di una carriera di eventi, che la cultura della colpa e non dell’errore non avrebbe potuto che peggiorare, perversamente, la situazione… Ho cercato, con tutte le mie forze, di divulgare, di parlare, di ascoltare, di creare un’empatia: per questo bussato a cento, mille porte. L’ho fatto anche prostituendomi, mentalmente e culturalmente, bussando a porte alle quali non avrei mai immaginato di avvicinarmi. Nessuno mi ha ascoltato. Anzi, per meglio dire, nessuno, salvo rarissime eccezioni, mi ha nemmeno aperto la porta. Non mi restava che scrivere un libro, questo.>>.

È un’originale ricerca, persino personalizzata, sul lavoro autonomo e subordinato in particolari rapporti di professioni intellettuali << per l’esercizio delle quali è necessaria iscrizione in appositi albi o elenchi>> (art. 222 del Codice Civile), con pluralità di disposizioni normative, concernenti anche l’esercizio delle professioni.

            Con una esposizione sintetica l’Autore scrive questo saggio sulla tutela della <<salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività>> – (art 32 della Costituzione) – offrendone una lettura tra teoria e prassi e, sempre, distinguendo tra fatto e atto medico, tra fatti oggettivi e fatti soggettivi, ricordando che per i relativi compiti <<provvedono organi ed istituti predisposti dallo Stato>> – (art 38 della Costituzione) – per gli individui, le persone, i lavoratori, gli inabili e i minorati. Sui profili applicativi ed attuativi si sono soffermati, come segnaliamo, i presentatori del libro a Salerno, nel Salone del Confalone del Palazzo di Città. Con moderatore il giornalista dott. Peppe Iannicelli, anche capo staff del sindaco, on. dott. Vincenzo De Luca, viceministro, portandone suo motivato messaggio. Sono seguiti gli interventi del prof. Antonello Crisci, Professore Associato di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Salerno, del prof. Bruno Ravera, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Salerno, e del dott. Franco Roberti, Procuratore della Repubblica Distrettuale di Salerno.

            Presente l’editore Alessandro Polidoro con le collaboratrici dell’incontro Valeria Grasso e Simonetta de Chiara Ruffo. Le riflessioni del noto protagonista della sanità italiana ed internazionale PIETRO FORESTIERI sulle controverse problematiche medico-legali, con appassionato ottimismo per il presente ed anche per il futuro. Sono, come risulta dall’Indice: Aiuto non ci sono più medici (specializzati in chirurgia). Errori in corsia, medici sotto accusa. In aumento le cause per mal practice. Medici e magistrati. Quando la paura ricatta il medico. La malasanità diventa fiction. Chirurghi in tribunale per un terzo della vita. Italia è in pole position per la chirurgia. E’ onorata sanità anche quando mancano i soldi.

            Riflessioni condivise dai citati presentatori motivati dalla loro quotidiana vita di prestazioni di opera intellettuale nei settori degli ordini professionali della medicina (Ravera), della medicina legale (Crisci) e della magistratura (Roberti). A questo punto, trattandosi di un libro scritto per i <<pazienti>> per un rafforzamento dei rapporti culturali, è ricordato che la vita è aumentata anche grazie ai medici e per riacquisire e consolidare i rapporti di fiducia con i cittadini, come ha scritto l’autore.

            Ha condiviso le puntuali e peculiari motivazioni dei relatori e tentiamo di segnalare alcuni <<punti>>.

            Per Antonello Crisci: dalla fiducia al consenso, dei quattro medici denunziati al giorno poi con tre assoluzioni su quattro processi, sui rapporti culturali dell’uniiversità alla specializzazioni con maestri e allievi, sulla omessa rilevanza degli errori di organizzazione di gestione e sulla criticità dell’art. 3 della Legge Balduzzi n. 189/2012 sulla colpa lieve, già contrasti fra i giudici e pertanto occorre riqualificare l’atto medico. Norma in attesa della decisione della Corte Costituzionale.

            Per Bruno Ravera: un inadeguato percorso mediatico dalla stampa alla televisione, ignorando la transizione alla vita lunga distinguendola dalla vita desiderata, i disorientamenti provocati dai contrasti delle sentenze, anche con improvvisati provvedimenti cautelari.

             Per Franco Roberti: premesso che trattasi di un libro di vita vissuta e da tenere conto che dall’articolo 32 della Costituzione nascono diritti e doveri, per tutti. Per questo possono sembrare le sue riflessioni amare. Per i magistrati ancora con il codice penale Rocco del 1930 e con la pluralità delle fonti, tra problemi economici e sociali, ogni criticità per la inadeguata qualità di consulenti ed esperti e con la platea cresciuta senza limiti dei professionisti giuridici e tecnici – (a Salerno 1 avvocato per 100 abitanti) – con le interpretazioni della Cassazione in evoluzione. Purtroppo vi è una conflittualità eccessiva. Anche in assenza di tempestivi procedimenti deontologici e sanzioni disciplinari. Mancano soldi perché viene un’evasione fiscale per 124 miliardi. Esiste, soprattutto in Italia, soprattutto una questione morale. Con questi orientamenti transitori in evoluzione con il principio dell’accertamento del fatto medico della provata probabilità sulla certezza ed a seguire l’insegnamento della sentenza della Quarta Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazionedell’11 marzo 2013, n.11493 (Presidente Marzano, Relatore Picciarli), che richiama sulla valutazione di merito del risultato probatorio la motivazione della Sesta Sezione del 10 maggio 2007 sulle differenti valutazioni dell’accertamento di fatto come tale misurabile dalla Corte di Cassazione la decisione della Quarta Sezione del 20 aprile 2010.

            Con la sentenza n. 11.493 del 2013 testualmente risultano motivati alcuni profili – dai processi penali sulla condotta e sulla responsabilità dei medici chirurghi -.

            Utile per tutti gli addetti alla sanità riportarne una parte e consigliando la completa lettura <<sulla maggiore o minore attendibilità scientifica degli apporti scientifici esaminati dal giudice, poichè la Corte di Cassazione non è giudice del sapere scientifico, giacchè non detiene proprie conoscenze privilegiate: essa, in vero, è solo chiamata valutare la correttezza metodologica dell’approccio del giudice di merito al sapere tecnico-scientifico, che riguarda la preliminare, indispensabile verifica critica in ordine all’affidabilità delle informazioni che vengono utilizzate fini delle spiegazioni del fatto>>.

* Docente Universitario f.r. di Diritto del Lavoro;  Associazione Internazionale Giuristi Italia-USA.