Agropoli: Crispino, Sanità agonizzante non ci cura chiudendo ospedale

Quando si visita un paziente affetto da bronchite, o da una colica addominale o ancora da una lombo-sciatalgia si è molto scrupolosi, si cerca di prescrivere la più adeguata terapia farmacologica, si aspetta l’evolversi della patologia e poi lo si visita nuovamente per accertarsi che sia completamente guarito; di certo non lo si rimanda a casa senza visitarlo o senza una idonea ed efficace terapia.  Così mi è stato insegnato, in questo modo lavoro quotidianamente, così impone il codice deontologico e così penso debba comportarsi chi ha scelto di fare il medico. Purtroppo, tutto ciò per l’Ospedale di Agropoli non è stato mai fatto; non si è mai pensato di indagare su quale fosse la “patologia”, se necessitasse di una valida “terapia”, bensì si è pensato semplicemente di non curarlo, anzi peggio, di farlo spegnere lentamente. Oggi, tristissimo giorno, assistiamo alla conversione in Psaut dell’Ospedale Civile di Agropoli. E’ un atto gravissimo, che penalizza e mortifica l’intero territorio cilentano : un punto di primo soccorso non risponde minimamente a quelle che sono le esigenze della nostra popolazione e mette in serie difficoltà il personale sanitario costretto a dover garantire assistenza ad uno cospicuo numero di pazienti provenienti, specialmente nel periodo estivo, dall’intera Regione. Nella Regione campania il sistema sanitario è al collasso, già da molti anni, per lo più per “megaconsulenze” e “grandi straordinari”; non a caso il deficit annuo è di circa 400 milioni di euro e nel 2013 è previsto un aumento dell’IRPEF che varierà dai 120 ai 360 euro per ogni nucleo familiare. Si potrebbe, invece, investire produttivamente in nuove assunzioni (cinque turni giornalieri di straordinario corrispondono allo stipendio mensile di un medico) e potenziare presidi ospedalieri di primaria importanza, proprio come quello di Agropoli, così che, oltre a creare occupazione, si garantirebbe ai cittadini una migliore e sempre più efficace qualità dei servizi. L’ospedale di Agropoli, secondo il Decreto 49, avrebbe dovuto diventare, entro sei mesi, un grande polo oncologico, ma ciò non si è realizzato. Su questo bisognava e bisogna puntare, in modo da decongestionare l’affluenza di quella grande eccellenza che è l’Istituto Nazionale dei Tumori “Fondazione Pascale” di Napoli, e, nel contempo, eliminare gli sprechi, razionalizzare le spese e dimezzare i tempi di attesa per gli innumerevoli pazienti. Il nostro Ospedale non era malato, non lo è mai stato, ma è stato infettato da una sanità marcia o meglio da una classe politica regionale miope e sempre troppo lenta e, sicuramente, noi agropolesi paghiamo il pegno di non avere mai avuto un rappresentante in consiglio regionale che ci tutelasse.

 

Dott. Vincenzo Crispino

vice Presidente Giovani Medici Salernitani

responsabile Salerno Sud