Napoli: “La nuova visione geometrica di Gianni Rossi”, personale Sala Carlo V del Castel Nuovo

Martedì 4 giugno alle ore 17, presso la Sala Carlo V del Castel Nuovo – Maschio Angioino di  Napoli, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista angrese Gianni Rossi ” La nuova visione geometrica di Gianni Rossi”, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, da cui prende il nome il libro-catalogo, impreziosito dagli interventi del critico d’arte Giorgio Di Genova, del professore di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Napoli Dario Giugliano, del professore di Letteratura Italiana all’Università del Molise Luigi Montella e del sociologo-critico d’arte Maurizio Vitiello. Il vernissage della mostra sarà inoltre arricchito dalla presentazione di “Finestrature di luce, colore e materie”, il libro-catalogo scritto dal critico d’arte Luigi Paolo Finizio. Per Giorgio Di Genova,Il lessico di Gianni Rossi appartiene al versante delle innovazioni personalizzate, come s’addice ad un artista che s’è formato a Napoli, la città di Renato Barisani, Lucio Del Pezzo, Mario Persico, tanto per fare alcuni esempi di libera e originale creatività. Infatti egli progetta le sue opere assemblando più tele bianche di differenti misure, per lo più rettangolari, con vari accostamenti che costituiscono di per sé costruzioni geometriche di base, su cui poi dipinge spesso usufruendo delle linee determinate dai bordi accostati. Con tale procedimento, Gianni Rossi ottiene geometrie cromatiche solcate da una sorta di rettilinee sinopie, che, quando non vengono obnubilate dal colore, entrano in rapporto dialettico con le morfologie ottenute con le stesure del colore. Ne nasce un connubio di ottica e di virtualità tattili, con cui l’artista napoletano ama talvolta creare scansioni ritmiche, tramite l’accostamento di 4 tele più piccole poste sopra ad una quadrata, com’è in Esperienza sensoriale dello spazio e Luci e colori materia e realtà, opere del 2000, nella prima delle quali la tattilità si concretizza con l’applicazione di lignei cerchietti e un brandello di carta colorata all’interno delle 4 telette. Combinando astrattismo geometrico e materismo informale, Rossi non esita, sempre per meglio esprimere i due momenti del suo sentire (quello “loico” e quello istintuale), a spingersi alle soglie del neodadaismo con gli inserimenti di stoffe, strisce di pellicole Kodak, legni sagomati, carta colorata, carta vetro ed altro ancora, come se  il suo “costruttivismo” di base gli abbia fatto riaffiorare, con gli aggiustamenti dovuti al suo temperamento,  echi del Costruttivismo russo. Comunque va precisato che le sue soluzioni spesso si fanno unificanti, tanto che i rettilinei solchi dei bordi delle tele accorpate non di rado vengono riveduti e corretti dagli andamenti dei suoi motivi geometrici (si vedano, ad esempio, una delle più gaie e dinamiche sue opere, in virtù della grande svirgolata rossa in legno e carta colorata, cioè De…Costruzione dell’oggetto e della sua azione, 1998-99″.