Il calcare a Lithiotis a Nocera

Giulio Caso

Il completamento della costruzione della chiesa di Sant’Antonio è avvenuto nel 1286 ; recenti restauri hanno fatto rilevare sul filo inferiore della cornice di tufo grigio la data MCCLXXXVI. L’accesso della Chiesa fino al XVIII secolo, avveniva attraverso una rampa di pietra calcarea che partiva dall’attuale piazza. Con la costruzione della scalinata tale rampa fu demolita. Nella prima metà del secolo scorso fu ripristinata la monumentale scala in pietra bianca di accesso alla chiesa. Come materiale da costruzione, per gran parte del corrimano e delle scale fu utilizzata una pietra particolare: il calcare a Lithiotis. Recentemente, ho rilevato che la stessa pietra da costruzione è stata utilizzata anche per un altro edificio al C. V. E. n. 36 , costruito nel 1855. In Campania, questa pietra, affiora in corrispondenza del settore orientale dei Monti Mai, al M. Accellica e nella zona compresa tra Nocera Superiore e Castel S. Giorgio. Altre estese esposizioni sono osservabili in vari settori dei M. Lattari. Per studiare i cambiamenti ambientali che hanno caratterizzato questa sedimentazione viene studiata la successioni del Giurassico inferiore dell‘Appennino meridionale a Mercato San Severino. La facies a Lithiotis è facilmente riconoscibile; caratterizzata da numerosi livelli con gusci spatizzati di Bivalvi e Gasteropodi (di colore bianco). Il domini paleogeografico di appartenenza è la piattaforma carbonatica campano-lucana con ambiente di sedimentazione  variabile da laguna interna a piana di marea, all’interno di una baia ed alle spalle di un cordone litorale. Questo banco di roccia ha spessore medio di 40-50 metri, compreso, verso l’alto, da calcari oolitici,  e, nella parte inferiore e media, da termini dolomitici biancastri, talora avana. Nel tempo si sono avuti frequenti periodi di emersione rappresentati dai frequenti livelli marnosi verdastri. La sedimentazione costituita dai Lithiotis e da Palaeodasycladus mediterraneus fu, infine, spazzata via da una crisi di biocalcificazione del nannoplancton calcareo, a causa di  immissioni massiva e rapida di anidride carbonica nel sistema oceano con aumentata acidificazione.