Salerno: al Castello Arechi Pietro Loffredo

Il castello Arechi di Salerno inaugura (vernissage 17 maggio alle 18) la sua stagione di eventi con la personale di Pietro Loffredo, ideata e organizzata dall’associazione “Amici dei Musei”, presieduta da Vincenzo Monda, e realizzata con il patrocinio della Provincia di Salerno e la disponibilità della direzione dei musei e biblioteche provinciali. Amuleti e talismani, infallibili e indispensabili: credenze che vengono da lontano e con cui, sin dalla notte dei tempi, gli uomini ricorrono contro i rischi del vivere e le incognite della realtà. Pietro Loffredo, nella sua ricerca artistica, si interroga da sempre sul rapporto dell’uomo con il mondo, le sue incertezze,  ansie, insicurezze e su come ragione e superstizione si mescolano nella sua condizione di indeterminazione. Ecco allora i portafortuna, quei simboli familiari, riconoscibili, a cui ci aggrappiamo con la logica del “non è vero, ma ci credo” per combattere il rischio di vivere. L’artista napoletano interpreta il disagio e gioca allora a intessere le icone della buona sorte in una scenografia che abbraccia tutti i popoli e tutte le culture, mescolandole, contaminandole e trovando idealmente un punto di congiunzione. Così, nella mostra pensata da Erminia Pellecchia, per l’antica roccaforte affacciata sul golfo di Salerno, Loffredo  mette a confronto, in una antropologia del dialogo, il corno mediterraneo con il corvo nord-europeo, quei “Talisman” a cui si fa ricorso massiccio, sia pur clandestino, ancora oggi nella civiltà dell’hi-tech. Il corno, rosso, sinuoso, vitale e solare, simbolo apotropaico per eccellenza; il corvo, ambasciatore del grande vuoto che risiede oltre il tempo e lo spazio, custode dei grandi misteri e trasmettitore di energie: le installazioni e i grandi arazzi, dalle cavità oscure del maniero salernitano accompagneranno il visitatore, in un percorso magico, fino agli spalti abitati dai cupi “guardiani delle coscienze”, malinconiche figure nere alate che rappresentano tutte le ingiustizie del mondo che ci circonda e che la fortuna, da sola, non potrà mai cambiare. Ma forse, proprio seguendo la via tracciata dai “Talisman”  si potrà provare a costruire la strada del cambiamento. “Talismani – dice l’assessore provinciale alla Cultura Matteo Bottone – come sonde da affondare nelle zone più oscure della realtà per cercare di controllare l’incontrollabile. Ma anche richiamo alla responsabilità e all’impegno civile di ciascuno di noi contro l’iniquità di un mondo che ha perso di vista i valori per inseguire irresponsabilmente il consumismo e l’apparire e che, ora, con la crisi economica, non sa più in quale direzione dirigersi”. Il catalogo della mostra, pubblicato dalla casa editrice d’arte  Paparo di Napoli, sarà presentato, a chiusura dell’esposizione, il 25 giugno alle 19 con un evento spettacolare a cura delle Zampogne di Daltrocanto, dell’Enoteca provinciale e dell’Arechi servizi.