Ce la faremo?

Angelo Cennamo

Il difficile equilibrio tra liberalismo e keinesismo non offre sponde sicure al governo Letta-Alfano, nato, forse, più per compiacere il presidente Napolitano che per ribaltare le sorti segnate di un Paese in declino come il nostro. D’accordo, in Germania, qualche anno fa, l’esperienza della grande coalizione ha prodotto buoni risultati ed è servita a rilanciare l’economia e con essa l’occupazione. Ma qui in Italia, per ragioni storiche e per vicende legate al furore antiberlusconiano, oltre che al puritanesimo di una certa sinistra, la stessa operazione incontrerà maggiori complicazioni. Senza addentrarci in inutili quisquiglie sullo ius soli o sull’amministrazione dei fondi scolastici ( argomenti serissimi, ma non prioritari per una nazione che ha ben altre esigenze), i nodi da risolvere li conosciamo : il mercato del lavoro, il fisco e la crescita. Ebbene, nella situazione in cui versa la nostra economia, è difficile pensare che si possa invertire la rotta con qualche prestito comunitario ( keynes) o spostando il carico fiscale da una casella all’altra. Occorrono soluzioni drastiche, misure eccezionali. Per prima cosa, spezzare quella prassi tardo-medioevale della concertazione tra sindacati e confindustria che per decenni è servita solo a prosciugare le casse dello Stato e a gattopardizzare un sistema di produzione, volto più alla conservazione di imprese decotte che a liberalizzare talenti ed energie. Poi le tasse, le maledette tasse, che non sono affatto bellissime, come diceva TPS, ma un male necessario. Un male, però, da contenere affinchè il cancro non si trasformi in una metastasi devastante, condannandoci a morte sicura. Ridurre la pressione fiscale si può, rimodulando le aliquote e obbligando i più ricchi ad autofinanziarsi servizi che oggiAggiungi un appuntamento per oggi sono gratuiti ( chi guadagna centomiola euro all’anno non può pensare di andare in ospedale e non pagarsi l’appendicite). Si può risparmiare anche semplificando ed eleminando enti inutili, come la Rai e le Province. Dimezzando i dipendenti e i consiglieri delle Regioni, abolendo le comunità montane, e, udite udite, facendo gestire una parte della previdenza a compagnie assicurative, anzichè all’Inps. Tutto questo si può fare, ma non mettendo insieme capre e cavoli, Berlusconi e Fassina, Brunetta ed Epifani. In conclusione, Letta e Alfano si adoperino piuttosto per l’abolizione del parlamentarismo perfetto ed introducano il sistema presidenziale alla francese, a tutto il resto ci penserà il prossimo esecutivo.

5 pensieri su “Ce la faremo?

  1. Dunque , secondo il tuo ragionamento , chi guadagna centomila euro l’anno e paga sessantamila euro di tasse sarebbe opportuno che si pagasse l’ospedale pubblico. Mentre chi non ha reddito e non paga un euro di tasse ne avrebbe diritto. Una concezione vicina a quella di Fidel Castro piuttosto che a quella di Adam Smith.
    Io invece credo che quel soggetto “ricco” andrebbe ringraziato da parte dello Stato con un diploma da parte dell’Agenzia delle Entrate perchè con sessantamila euro l’anno si paga la sua di appendicite ed altre dieci per altri nullatenenti. Il problema dell’Italia è proprio il pauperismo populista.Con stima,

  2. Caro Antonio, leggi bene; ho scritto : “rimodulare le aliquote”. I benestanti( ovvero, coloro che investono il proprio denaro per creare posti di lavoro) dovrebbero ( anch’essi) pagare meno tasse, ma questo “sconto” andrebbe compensato con il pagamento di alcuni servizi oggi più o meno gratuiti. Prima di me, lo ha scritto Giavazzi, che castrista non è.

  3. sembrerebbe che qui, in Italia, negli ultimi 20 anni ci sia stata una pulita contrapposizione tra falchi conservatori e guerrafondai e colombe progressiste affamate di tasse. in realtà non c’è stato niente di più confuso in quanto elementi moderati hanno affossato il centro-destra e altrettanti opportunisti conservatori hanno affossato il centro sinistra: “serpi in seno”. e fino a prova contraria queste contraddizioni sono tutt’ora evidenti e caratteristiche. non è forse vero che le poche liberalizzazioni fatte sono state fatte da politici di centrosinistra e le tasse sono maggiornmente aumentate con il centrodestra?
    l’unico collante è stato un ormai indigesto e fermentato pro e contro il rattuso falotico frale milanese.
    magari avere una bella contrapposizione keynes e smith! le cose sarebbero più chiare. invece, semplicemente, questo governo di larghe intese non ha proprio niente e secondo me appenna “iddu” avrà sistemato le sue cosine, insomma appena gli converrà, darà un bel calcio nel culo al nostro letta perchè avrà assolto la sua funzione, angelino joli ne sa già qualcosa.
    per il resto io contrappongo alla tua visione dell’ugnuno pensi a se stesso l’idea di una società in cui ognuno debba ricevere in base ai propri bisogni e dare in base alla proprie capacità, questo sarebbe l’ideale.

  4. “Non è forse vero che le poche liberalizzazioni sono state fatte da politici di centro sinistra e che le tasse sono aumentate con il centro destra? ” No, non è vero.

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