Le menzogne new age sugli angeli

 don Marcello Stanzione

Da pochi giorni è in tutte le librerie d’Italia il testo che ho scritto con il sociologo delle religioni Andrea Menegotto ed intitolato “ Il ritorno degli angeli” edito dalla Sugarco. Il libro presenta il revival angelico che è lontano dagli insegnamenti della dottrina cattolica e si basa invece su dottrine esoteriche, gnostiche e new age. Gli angelofili New Age credono davvero negli angeli o fanno semplicemente finta che esistano? Può sembrare assurdo chiedersi se credono negli angeli –  i loro libri traboccano un flusso infinito di messaggi degli angeli,  incontri con gli angeli e tradizioni. Ma una curiosa tendenza dei loro scritti  ci rende esitanti, incerti. La lingua inglese distingue tra  “credere” e  “far credere”. Credere in qualcosa significa essere sicuri che sia vera o che  davvero esiste. Il credere può coinvolgere l’immaginazione ma funziona  indipendentemente da essa. Io credo che i fotoni esistano anche se non posso rappresentarmi una significativa immagine di essi. D’altro canto io non credo che esistano gli unicorni ma posso immaginarne uno vividamente.  Il credere non coinvolge  nessun controllo dell’oggetto che crediamo. Io credo che la città di Parigi sia reale ma la mia mente non ha controllo su di essa. Lasciar credere (o “far finta”) dipende interamente dall’immaginazione. L’oggetto da far credere non è reale o forse reale ma non presente. Un bambino può far finta di combattere con un drago (non reale) o di volare su un aeroplano (reale ma non presente).  Colui che lascia credere controlla l’oggetto della sua falsa apparenza. Il bambino che lotta contro un drago immaginario può ucciderlo, farselo amico  o farsi uccidere da lui. “Amanti e pazzi hanno fervida mente, fecondo immaginar, che concepisce più idee che la ragione non intenda. L’insensato, l’amante ed il poeta son tutti fantasia. L’uno demoni in maggior copia vede che l’Averno immenso non ricinga; ed è il demente. L’innamorato, ch’egli pur delira, scorge in un viso egizio la bellezza d’Elena argiva. L’occhio del poeta, volgendosi in sublime frenesia, mira di terra in ciel, di cielo in terra; e al modo che la mente va formando idee di cose ignote, e colla penna le configura, e la dimora e ‘l nome conferisce ad un nulla evanescente”.(Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate 5.1). Gli angelofili sono capaci di dare agli oggetti della loro immaginazione un’abitazione locale  e un nome e vogliono che facciamo lo stesso. Taylor descrive esplicitamente l’incontro con un angelo in termini di esercizio di immaginazione. “Usare il nostro senso del gusto per conoscere gli angeli, dobbiamo immaginare qualcosa di puro e  dolce, senza retrogusto o tracce di amaro, come una nuvola di zucchero filato fatto ruotare con lo zucchero di frutti celesti. Oltre al fatto che questo suona  come una descrizione pubblicitaria del gusto di un nuovo gelato, non ha nulla che fare con la realtà degli angeli e di come potrebbero essere. È un atto di lasciar  credere. Altrove,  ci dice di immaginare che gli angeli siano  lavavetri che puliscono le finestre delle nostre anime come i giardinieri. Come un bambino senza compagni di gioco, abbiamo bisogno di amici immaginari. “Fondamentalmente consiglio di diventare  i migliori amici  del vostro angelo custode! Fate finta di avere un amico immaginario che vive tutte le tue esperienze e con cui si possono condividere punti di vista”. Nonostante sia più spumeggiante dei suoi compagni viaggiatori, Taylor non è sola in questo. Price afferma che contattare angeli  “inizia nella tua immaginazione”. Secondo Guiley, avvicinarsi agli angeli  è un lavoro di “immaginazione creativa”. Chiedi ai tuoi angeli avalla l’idea  dell’angelo come amico invisibile; suggerisce che quando si è malati bisogna far finta che proprio angelo stia versando luce guaritrice nella medicina che si assume. Ad essere onesti questi libri insistono sul fatto che gli angeli sono reali e non solo immaginari. In questo senso suppongo che possiamo rispondere alla nostra domanda iniziale dicendo che sì, essi credono che gli angeli siano reali. Dobbiamo ricordare comunque che essi considerano il più alto io come Dio e di essere capaci di creare la propria realtà. Lo   stesso atto di immaginare e di dare un nome agli angeli li rende reali. Nelle parole di Guiley “le indicazioni che vengono dall’inconscio sono le stesse dei poteri spirituali”. Tutto ciò mi lascia un po’ dubbioso se le indicazioni che invoco hanno un’esistenza fuori della mia immaginazione. Io non so se gli angelofili distinguono tra ciò che immagino e che  perciò è reale (perché io sono “Dio”) e ciò che immagino ma non è reale. Non vedo come  possano fare una tale distinzione.

 La Bibbia  ci richiama alla fede in Dio (e negli angeli), ma scoraggia l’immaginazione su queste cose impedendo l’uso di  idoli. Inoltre i modelli cristiani di preghiera non richiedono esercizio di immaginazione. Nonostante il fatto che i cristiani spesso avvertano una forte presenza o un senso di direzione durante la  preghiera, la devozione cristiana non comprende il far credere che stia avvenendo una conversazione a due. Al contrario, crediamo che alcune delle preghiere più grandi possano avere luogo durante “le stagioni  magre” quando la presenza di Dio non si sente affatto.

Più di ogni altra cosa, il pregare cristiano confessa che Dio esiste al di fuori della mente del credente. Finalmente arriviamo all’ultima e forse estrema domanda dell’angelologia New Age: la persona del diavolo. Data la loro pressione di totale apertura ai poteri soprannaturali, che cosa ne fanno del pericolo di abbracciare un demonio al posto di un angelo della luce? In breve che essi sono piuttosto sbrigativi. I loro libri non sono tutti in accordo. Burnham crede nel male come  “una forza palpabile” e ha una  buona comprensione della nozione  tradizionale di demoniaco. Taylor inoltre dice che “ci potrebbero essere anche angeli caduti” ma pensa che  stiano lontani  se noi non facciamo attenzione ad essi e manteniamo un buon senso dell’humour. “Quindi perché dare attenzione al credere in e occuparsi di demoni e angeli caduti?” ella si chiede. In poche parole alcuni di essi credono che i demoni possano essere reali ma possiamo facilmente evitarli. Spesso, tuttavia, gli angelofili New Age vedono Satana solo come un buon angelo con un lavoro ingrato, disgustoso. Egli non  cerca di tentare   gli uomini, semplicemente affina i loro caratteri e cerca di renderli migliori. Lavora come un sergente istruttore metafisico. In una visione si dice che Satana aprì il suo mantello per mostrare una luce splendente all’interno, mostrando così la sua vera natura buona. Il diavolo disse che egli “desiderava il tempo in cui, avendo ultimato il suo lavoro, potrà riprendere il suo ruolo antico fra gli angeli bianchi”. Chiedi ai tuoi angeli allo stesso modo ci dice che secondo i loro informatori angelici il vecchio Belzebù veniva sulla terra con  “intenzioni amorevoli” per rafforzare il nostro spirito attraverso le tentazioni. Cristo e il diavolo “sono dalla stessa parte”. Per Price, Satana è uno dei 22 angeli che ci guidano. Il suo ruolo è quello di angelo della “materialità e tentazione” ricordandoci della “falsità e delusione dell’ego e della schiavitù delle apparenze  esterne”. Tu puoi  “invocare quest’angelo e comunicare con lui così come faresti con un amico speciale”. Non posso che chiedermi se gli angelofili New Age si sono fatti troppi amici speciali di questo tipo.