CISL FP Campania- IV° Congresso regionale mozione conclusiva

Il IV Congresso Regionale della CISL FP Campania, riunito nei giorni 27-28 marzo 2013 presso l’Hotel Vanvitelli in S. Marco Evangelista (CE), approva la relazione introduttiva del Segretario Generale Rino Brignola e condivide gli interventi del Segretario Generale della CISL FP Nazionale Giovanni Faverin e l’intervento del Segretario Generale della CISL Campania Lina Lucci. Il Congresso inoltre assume i contenuti degli interventi dei delegati che hanno caratterizzato l’ampio dibattito. In particolare il Congresso approva con grande condivisione il progetto di riorganizzazione proposto  e la sua attuazione politica ed operativa da parte della  Federazione Nazionale,  un progetto teso alla costruzione di un sindacato sempre più vicino ai luoghi di lavoro e al territorio, capace di valorizzare i militanti, le  RSU,  le RSA e le SAS, per il rafforzamento e sviluppo della contrattazione integrativa, attualizzandola in un sistema  di rinnovate relazioni sindacali. In questo contesto complessivo va valutato ed apprezzato il progetto di riforma della macchina organizzativa, che comporta accorpamenti di territori , teso a ridurre i centri di direzione, a snellire la burocrazia, ad aumentare i centri di operatività dotandoli degli strumenti culturali e formativi atti a interpretare i cambiamenti sociali in corso e a dare risposte ai bisogni dei lavoratori e degli iscritti. La stessa allocazione delle risorse e delle competenze va nella direzione di un loro diverso utilizzo, maggiormente funzionale ad accrescere il protagonismo del corpo vivo dell’organizzazione e conseguire pertanto maggiori livelli di democrazia associativa e di partecipazione. Pertanto il Congresso manifesta apprezzamento per le decisioni assunte dalla CISL Funzione Pubblica nell’accorpamento che ha generato la nuova Federazione  Irpinia-Sannio con i territori di Avellino e Benevento e di trasformazione del territorio di Napoli in Area Metropolitana accorpandola alla Federazione Regionale. Nel quadro complessivo del progetto di riorganizzazione il Congresso sostiene le scelte operate dalla Federazione Nazionale in direzione della territorializzazione” che in Campania si renderanno operative tramite la costruzione del gruppo dirigente affiancato dai Segretari Generali delle CISL FP territoriali per coniugare la duplice esigenza di partecipazione al processo di formazione delle scelte con quella di decentramento dell’operatività.  Nel merito delle questioni che attengono alla  categoria il Congresso in primo luogo approva il lavoro svolto dalla Segreteria, in particolare le attività formative che auspica possano continuare con la stessa frequenza ed efficacia e che ha consentito alla CISL FP della Campania da un lato di mantenere e consolidare i risultati sul piano del proselitismo, nonostante il blocco del turn over nei vari settori, e dall’altro  di incrementare il consenso elettorale, che nelle ultime elezioni per il rinnovo delle RSU ha visto la CISL FP rafforzare ancora di più il suo primato in tutti i settori, nonostante la forte concorrenza sia degli altri sindacati confederali che di quelli  cosiddetti “autonomi”. Ciò è stato reso possibile dalla  grande unità interna della Federazione, dall’impegno forte dei territori, dalla grande sinergia politica ed operativa conla CISL Confederale Regionale e con le Unioni. Il Congresso approva inoltre la posizione assunta dalla categoria di difendere la dignità del lavoro pubblico contrastando con forza le campagne diffamatorie da parte di una politica che è essa invece fonte di sprechi, inefficienze, costi impropri quando non protagonista di vere e proprie ruberie; in questo contesto diventa indifferibile tutelare i lavoratori delle Agenzie Fiscali sottoposti ad episodi di aggressione scatenati da una politica irresponsabile che soffia sul fuoco della rabbia e della protesta dei cittadini verso un sistema fiscale ingiusto per indirizzarla contro chi compie solo il proprio dovere.La CISL FP, in quanto sindacato responsabile e riformatore fa propria l’esigenza di contribuire ai processi di ammodernamento, di razionalizzazione, di riforma della macchina burocratica dello Stato, delle Autonomie locali e della Sanità. Ma ciò non può avvenire  scaricando sui lavoratori pubblici e sui cittadini i costi dei necessari processi di riforma: al contrario è necessaria la valorizzazione del lavoro pubblico quale risorsa dentro sistemi di relazioni sindacali partecipative per individuare le soluzioni migliori ai problemi. I dipendenti pubblici sono da anni senza rinnovo contrattuale, i vari settori della Pubblica Amministrazione sono stati riempiti nel corso degli anni da lavoratori precari che oggi rappresentano un’emergenza sociale e da esternalizzazioni e terziarizzazioni di servizi che hanno solo mortificato le professionalità interne senza peraltro arrecare benefici agli utenti né risparmi di spesa-  terziarizzazioni nialla Sanitàviluppo di pertinenza della Pubblica Amministrazioneà,una grande campagna di concertazione socia Di fronte a questa situazione occorre, da una parte,  che la spending review, comporti non tagli lineari, ma un’accurata analisi delle eccedenze e delle carenze, da compiersi in un rapporto di confronto con il sindacato; dall’altro che la questione degli esuberi nella Pubblica Amministrazione vada affrontata e risolta tramite tutti gli strumenti possibili sia in termini di pensionamento che di mobilità territoriale. Inoltre si  ritiene che vada sostenuta ed estesa al pubblico impiego nella contrattazione di secondo livello,  la detassazione del salario di produttività, unica condizione per dare  incrementi salariali e, allo stesso tempo, per meglio motivare i lavoratori nel conseguimento di  obiettivi  di efficienza. E’ in questo quadro che vanno affrontate le questioni, a partire dalla Sanità che rappresenta in Campania una grande emergenza sociale, in considerazione che ai tagli lineari non si sono affiancate strategie di riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi, situazione ulteriormente aggravata dal manifesto totale disinteresse mostrato da ogni livello istituzionale. I processi di rientro dal deficit vanno coniugati con l’esigenza di garantire i servizi razionalizzando l’intero settore con una maggiore separazione tra la rete ospedaliera e quella territoriale, precisandone compiti e funzioni che non possono essere sovrapposti, per qualificare da un lato l’offerta ospedaliera liberandola da funzioni improprie e favorire il passaggio dall’ospedalizzazione all’assistenza territoriale e domiciliare. In questo contesto, si ritiene di intensificare le azioni per  combattere tutti gli sprechi, i clientelismi, i costi impropri  di una politica abituata negli anni a considerarela Sanitàun proprio feudo; vanno riviste le dotazioni organiche, la collocazione delle risorse umane e delle professionalità, anche per evitare che la ristrutturazione del settore, che è indilazionabile, si traduca in una scontata riduzione dei servizi, resi oltremodo dequalificati a causa di organici inadeguati alla qualità delle prestazioni richieste. In tal senso, l’assemblea congressuale condivide la necessità di procedere celermente alla stabilizzazione dei lavoratori precari. Inoltre, condivide e fa propria la posizione assunta, in tema di Autonomie Locali, sulla necessità di una completa attuazione del federalismo fiscale  con la costruzione di un modello finanziario caratterizzato da una maggiore autonomia di entrata e di spesa finalizzata a raggiungere, ottimizzandoli, standards quali-quantitativi per i servizi da rendere all’utenza. Auspica, relativamente alle operazioni di contenimento della spesa e di lotta agli sprechi, un’azione ancora più incisiva nei confronti della parte datoriale, rilanciando la contrattazione decentrata, attese le difficoltà tuttora riscontrate nell’attuazione dei piani di razionalizzazione da parte delle amministrazioni.  Un’attenzione  particolare il Congresso ritiene debba avere le problematiche tuttora irrisolte delle Comunità Montane. Così come condivide e sostiene tutte le azioni messe in campo a salvaguardia  dei lavoratori e delle attività istituzionali delle Comunità Montane della nostra Regione, sollecita  la Federazioneaffinché possa trovare   soluzioni definitive alle questioni annose ancora aperte, di fatto mortificanti e non più tollerabili, partendo dalla mancata erogazione, da mesi, delle  retribuzioni ai lavoratori. Infine l’ Assemblea congressuale, ritenendo che la categoria debba assumere la confederalità quale caratteristica dominante e propositiva per contribuire , partendo dalla sua rappresentanza sociale,  ai processi di contrasto alla crisi e alla costruzione di elementi di sviluppo, sostiene: –   la necessità di un forte rapporto di sinergia conla FNPe conla CISLper avviare una grande campagna di concertazione sociale territoriale in direzione della costruzione di un welfare locale attento ai bisogni dei pensionati, dei ceti sociali in difficoltà, dei giovani avendo al centro la famiglia; –   l’esigenza di un rapporto sinergico con le altre categorie , con i servizi e la CISLstessa per le questioni relative allo sviluppo di pertinenza della Pubblica Amministrazione. Approvato all’unanimità