Salerno: presentazione “Tesori del Regno”

Sarà presentato domani , venerdì 22 marzo 2013, al Palazzo Arcivescovile di Salerno, Salone degli stemmi, alle ore 18,00, il volume Tesori del Regno. L’ornamentazione delle cripte di Salerno e Amalfi nel XVII secolo, a cura di Concetta Restaino e Giuseppe Zampino.  Interverranno: S.E. Rev.ma Mons. Luigi  M o r e t t i Arcivescovo Metropolita e Primate della Diocesi di Salerno – Campagna – Acerno, Vincenzo  D e   L u c a Sindaco di Salerno, Gennaro  M i c c i o Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, Giuseppe  Z a m p i n o già Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, Giovanni  N a p o l i t a n o  Luogotenente dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Modererà Marcello  N a p o l i Giornalista  de “Il Mattino”. Relazioneranno Pietro  C r a v e r i-Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e Francesco  C a g l i o t iUniversità degli Studi di Napoli Federico II. Patrocinato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino a conclusione del complesso restauro architettonico dei due monumenti, diretto dal soprintendente Gennaro Miccio, il volume intende fornire una prima, completa lettura delle decorazioni scultoree e pittoriche delle due cripte, rinnovate su progetto di Domenico Fontana fra il 1600 e il 1616 per volontà dei sovrani di Spagna Filippo II e Filippo III e dei vicerè di Napoli di quel periodo, da Fernando Ruiz de Castro VI conte di Lemos, ad Alonso Pimentel de Herrera conte di Benavente, a Pedro Fernandez de Castro, VII conte di Lemos.

 

Da secoli i due insigni monumenti, sorti in età medievale per custodire le reliquie degli apostoli Matteo e Andrea, rappresentano l’identità delle due città costiere. La rievocazione della storia delle cripte – che è poi la storia stessa di Salerno e Amalfi- la lettura degli apparati decorativi, dovuti ad artisti del calibro di Michelangelo Naccherino, Belisario Corenzio, Pietro Bernini e molti ancora, l’analisi dei problemi di conservazione, saranno anche l’occasione per promuovere la conoscenza dei due monumenti, il loro inserimento nel circuito di studi, oggi in pieno sviluppo, che riguarda il Regno di Napoli nel periodo spagnolo, lasciando aperta la discussione sulla fruizione e il loro futuro.