SHAMBA Campo

Padre Oliviero Ferro, missionario saveriano  

E’ il discorso normale sulla bocca delle persone, soprattutto delle mamme. “Unaenda wapi? Naenda kulima shamba (Dove vai? Vado a coltivare il campo)”. E’ il proprio posto di lavoro che da da vivere a tutta la famiglia. Produce i frutti che verranno venduti al mercato. E’ il testimone del sudore, della fatica, delle speranze e dei sogni di tante persone. Quando viene portato via, la gente rimane senza niente. Ci sono delle persone ricche, prepotenti che approfittano del loro potere per rubare quel poco che le persone hanno. Spesso lo fanno in collaborazione con le autorità pubbliche. E’ una grande ingiustizia che richiede che si intervenga.  Certo non è facile, ma è una lotta che bisogna fare. Anche a me è successo, laggiù in Congo ai confini col Burundi. Dei grandi proprietari di greggi volevano emigrare da noi per avere più terreno per fare pascolare le mucche. Naturalmente si erano messe d’accordo con le autorità e così i proprietari, o meglio, coloro che lavoravano nei campi(visto che la terra è proprietà dello Stato e viene data in affitto alla gente), venivano con violenza cacciati via. Oppure dovevano accettare di andare a lavorare altrove, pagando una tassa. Allora si è costituito un comitato di lotta interreligioso che veniva a far le riunioni nella parrocchia. Un giorno ricevo la visita del sindaco che mi fa capire che non devo fare così. Naturalmente non mi faccio intimidire e le riunioni continuano. Insomma qualcosa dovevamo fare per giustizia e per rispetto della gente che lavora e cha ha diritto a mangiare il frutto delle proprie fatiche.