La truffa monetaria pilastro del potere

Giuseppe Lembo

Il grande potere dei poteri forti è il frutto di un grave inganno grazie alla complicità della corrotta categoria dei politici. Per porre fine a tale inganno basterebbe informare la popolazione sull’effettivo funzionamento della moneta; tanto non succede perché l’élite finanziaria si adopera attivamente per mantenere le nazioni in uno stato di massima ignoranza, relegando per questo obiettivo, la cultura a cenerentola del sistema Paese e controllando l’informazione che, agisce disinformando e deviando il suo corso da comunicazione autentica a quello di confondere le coscienze e di disinformare. L’obiettivo è quello di occultare; di ingannare la gente che, prima di tutto, dovrebbe ben sapere il meccanismo che porta alla nascita del debito pubblico.

….. Il grosso della popolazione, mentalmente incapace di comprendere il tremendo vantaggio che il capitale trae dal sistema, né porterà l’onere senza dolersi e forse senza nemmeno sospettare che il sistema è contrario al suo interesse. (estratto dalla lettera scritta dai Rothschild brothers di Londra ai soci di New York nel 1863).

L’Italia ha un debito pubblico di circa 2000 miliardi di euro; 1600 sono garantiti da emissioni di obbligazioni di stato.

Il nostro Paese ha una spesa pubblica in eccesso rispetto alle entrate; per finanziarla si deve ricorrere al collocamento di titoli obbligazionari sul mercato.

L’indebitamento è dovuto soprattutto alla malapolitica che spende più denaro di quanto consentito dalle entrate dei conti pubblici i cui interessi sul debito, le condizioni di prestito della moneta ed i giudizi di rating sui titoli di stato hanno determinato l’imprigionamento dell’economia in una spirale senza via d’uscita.

Al nostro Paese i 2000 miliardi di euro costano ben 80 miliardi di euro l’anno di soli interessi.

Il debito del nostro Paese è alimentato esclusivamente dagli interessi, avendo un saldo primario intorno al pareggio.

Negli ultimi 20 anni ci siamo indebitati solo per pagare gli interessi; lo stato potrebbe eludere questa situazione grave ed insostenibile emettendo il denaro di cui ha bisogno; diversamente, siamo di fronte ad una spirale mortale senza via d’uscita; rallentando il PIL si ha l’automatica percentuale di aumento del debito pubblico che si pensava di poter ridimensionare con la crescita.

Una situazione di enorme gravità.

Porta, tra l’altro, a contenere i consumi che riducono il calo della produzione con inevitabili licenziamenti di lavoratori, fallimenti di aziende e minore gettito fiscale.

L’Austerity alla Monti non è la via giusta per rimettere l’economia in sesto.

È solo con una politica economica espansiva che si può ottenere una concreta riduzione del debito pubblico.

L’austerity imposta dagli organismi finanziari internazionali, inevitabilmente, dopo una lenta agonia, ci porterà alla bancarotta.

Come potersi salvare? L’Italia deve necessariamente liberarsi dallo strozzinaggio debitorio e degli interessi che non gli potranno mai permettere di poter fare una politica economica espansiva.

L’Italia, per salvarsi, deve stampare carta moneta, tale da non essere più costretta ad indebitarsi per pagarsi il denaro prestato e gli interessi che ne conseguono.

L’Italia deve rivendicare una sua sovranità monetaria, come ce l’ha il Giappone che, stampando la moneta, non subisce i condizionamenti della grande usura internazionale.

Il Giappone con un debito pubblico pari al 240% del PIL (il doppio di quello italiano), ha i titoli di debito, considerati assolutamente sicuri tanto da essere definiti un “bene di rifugio”.

Tanto è dovuto al fatto che il Giappone ha la sua sovranità monetaria, per cui può liberamente stampare carta moneta; altrettanto non è per il nostro Paese imbrigliato in un sistema economico-finanziario che non ci permette di affrancarci e di risolvere, come si conviene, i problemi del Paese, per il cui futuro sono assolutamente prioritari interventi per il lavoro e per la crescita, la sola via obbligata per poterci salvare, sempre che ce lo permetta la grande usura internazionale che ci vuole poveri e sottomessi, affidandosi egoisticamente ad un falso rigore da lacrime e sangue, con all’orizzonte il fallimento italiano. La voce più infame è quella assolutamente privata che si esprime attraverso il giudizio di merito creditizio sui titoli di stato da parte di agenzie di rating private; tale giudizio esprime la soglia di rischio dei titoli di debito che classificati “junk” spazzatura non li comprerà più nessun investitore.

A questo punto lo Stato va in bancarotta non potendo più onorare i suoi debiti (pensioni, ospedali, scuole, servizi pubblici).

E così il caos sociale diventa inevitabile.