Vietri Sul Mare: Salotto Letterario, dalla fede a “Tu si na cosa grande”

Un altro Salotto Letterario, per augurare una Santa Pasqua e ricordare le donne, non solo per l’8 marzo. L’occasione propizia, sempre presso l’Art Caffè Russo, per la presentazione dell’ultima silloge poetica di Francesco Terrone “Cammino a piedi nudi”. Versi pregnanti di spiritualità, per un animo che resta saldo coi piedi a terra, pur guardando il cielo. Questo il commento del direttore del nostro quotidiano, Rita Occidente Lupo, che ha condotto superbamente la serata, allietata da dolci melodie, cantate alla chitarra da Mimmo Ranieri. In apertura, diversi accenti alla figura del Papa, che in questi giorni inevitabilmente ha offerto il fianco alla discussione, alla luce delle recenti dimissioni di Benedetto XVI. Infatti, Papa Ratzinger, segna una svolta epocale, con un gesto destinato a restare tra mille interrogativi. “Ma che, alla luce della fede- come rimarcato dall’onorevole Guido Milanese- anche se da interpretarsi come segno dei tempi, da leggere con lo spirito del discernimento, dettato dalla preghiera. I recenti risvolti politici, che vedono un’Italia febbricitante per diverse querelle, segnano una caduta valoriale, che lascia sgomenti quanti implorano fondamenti etici al viver civile.” Alla luce dello Spirito Santo, che ha sempre animato la Chiesa- tratteggiato dalla dirigente scolastica AnnaMaria Grimaldi- occorre esser fiduciosi, perchè Dio non lascia orfana la Sua sposa, che da oltre duemila anni va avanti senza  interruzioni, nonostante luci ed ombre.” “E se qualcuno crede che l’episodio di Ratzinger sia da intendersi come rinunciatario- rimarcato dal preside Aurelio Di Matteo. può anche allungare lo sguardo al passato, senza associarlo a quel “Vil rifiuto dantesco” di Celestino V. Allora, una stagione diversa. Ma anche altri Pontefici tirarono i remi in barca, non terminando con la morte il proprio mandato petrino.” Infatti, nessun regolamento prevede che il successore di Cristo debba restare a vita nel suo mandato. Di qui, come ricordato dal direttore Lupo, un recente documento che,  il prossimo conclave, varerà, affinchè costituisca quasi un testamento spirituale per il nuovo eletto della fumata bianca. Tra profezie e supposizioni, turnazione ad un Papa anche nero, alla luce della serpeggiante profezia di Malachia e di Nostradamus, il nuovo Vescovo di Roma sarà erede di un ovile disordinato e ben arduo da reggere sulla via cristiana, alla luce di costanti fermenti anche scissionistici, che minano le fondamenta della religiosità cattolica. Ma, la fede, ancora l’anima della fretta contemporanea, l’ossigeno dei nostri giorni. Di qui le liriche di Terrone, intrise di una profonda voglia di cielo, pur restando sulla terra. La ricerca di Dio, tra le inquietudini dello spirito, attraverso versi essenziali o prosastici, in un costante gemito dell’anima, che si fa orazione laddove tocca con mano i limiti della propria umanità. Anche quest’altra raccolta di Liriche, che l’autore a distanza di un anno dalla Via Crucis, ha dato alle stampe, trasuda di sentimenti che segnano a volte il piede vacillante, nel cammino quotidiano senza la fede. Un’intima preghiera, attraverso la diuturna lotta per affermare il trionfo del bene sul male, in quel libro arbitrio che giammai rende l’uomo soggiacente all’umana ragione, trasuda dai versi, che non rinnegano palpiti filiali verso il Creatore. Nel corso della serata, alcune poesie declamate dall’ingegnere Albina Di Domenico, come dal professore Roberto Daina, hanno dato il polso della spiritualità: che anche se, per degli accenti, laica, resta ancorata a vecchie tradizioni di un tempo, retaggio familiare di una cultura tramandata, ma  rivisitata, con l’età adulta, in maniera personalistica, pur restando perennemente grata ad aratori, come il sacerdote don Salvatore Guadagno che, grazie al loro mandato pastorale, hanno saputo ben gettare il seme nella vigna del Signore! La serata ha stemperato i toni cadenziati, grazie ad un ampio repertorio partenopeo, che ha ovattato l’atmosfera con le famose melodie quali “Voce e notte” “Due Paradisi” e, omaggiando Modugno ed il nostro direttore Lupo “Tu si na cosa grande…”