La casa d’Hitler agl’immigrati!

di Rita Occidente Lupo

Nel ricordo degli orrori nazisti, dello sterminio ebraico, per ordine di un carnefice di razza ariana, ancora le mura della sua dimora sull’Inn. Al posto della casa natale, in cui nacque Adolf  Hitler il 20 aprile del 1889, un centro sociale per l’integrazione dei migranti, con corsi di tedesca per stranieri. La casa natale del Fuehrer, già lo scorso anno aveva ospitato disabili, prima di abbandonare la dimora gialla, ripensando a quanto l’abominio di un uomo aveva portato nei confronti di un’intera razza. Dinanzi a varie ipotesi, chi spinto dall’unico anelito di voler radere al suolo lo stabile, chi di volerlo tenere aperto, come cimelio museale, non ancora convinti che tale luogo debba essere riattato alle fasce meno abbienti del nostro tempo. Azzardata anche l’ipotesi di poterne realizzare alloggi per i senza tetto, al momento acclarata la tesi che, per gli stranieri, potrebbe costituire un ulteriore momento di conoscenza storica ed un memoriale di odio etnico senza scampo!

 

2 pensieri su “La casa d’Hitler agl’immigrati!

  1. Sarebbe bello se in quella casa fosse realizzato un centro ecumenico di incontro per tutte le religionie e principalmente per tutte le razze. Tutto ciò esorcizzerebbe il ricordo di chi è nato in quel luogo e comunque rappresenterebbe un monito per tutti.

  2. Gentile direttrice N.D.Rita Occidente Lupo,
    Credo che ogni momento storico, brutto o bello che sia stato, merita immane rispetto da parte delle future generazioni. Dico questo, non per difendere qualcuno, ma per il mere fatto , e lo credo fermamente, che ogni angolo della terra che può meglio rappresentare la storia, debba essere gelosamente conservato, onde dare l’appiglio ai posteri di potervi meglio attingere ulteriori studi..
    A quale studioso non piacerebbe vedere la casa di Nerone o di Cesare? Quindi, per amore del passato, bisognerebbe lasciare intatte le cose che , in un certo senso, appartengono alla storia . Ripeto, sono beni culturali che appartengono a tutte le future generazioni.
    Mi scuso per questo mio modestissimo pensiero e la saluto molto cordialmente. Alfredo

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