Pubblicità omosessualista al Festival di Sanremo

don Marcello Stanzione

Al festival canoro di San Remo una coppia di omosessuali mano nella mano è stata fatta salire sul palco dell’Ariston dove con musichetta romantica di sottofondo si è annunciato che in questi giorni la coppia si sarebbe sposata a New York e non in Italia perché da noi ( ancora) non sono possibili le nozze degli omosessuali o gay come si preferisce dire. Di fronte a questa squallida propaganda dell’omosessualità è necessario chiarire che cosa è veramente l’omosessualità Viene definito solitamente con il termine “omosessuale” tutto ciò che implica un’attrazione o comunque una componente libidinale il cui oggetto è dello stesso sesso del soggetto. Si deve a tale proposito distinguere fra tendenze omosessuali ed omosessualità: il primo termine designa componenti istintuali che, secondo alcune teorie (Freud) possono essere normali in alcune epoche dello sviluppo psico – istintitivo (infanzia, adolescenza) e che comunque, anche se presente in una personalità adulta nella quale risultano abnormi, non delineano il quadro della inversione sessuale vera e propria. Con il secondo termine (omosessualità) s’intende invece più frequentemente una situazione conclamata o latente di direzionamento omosessuale che unitariamente indirizza la condotta del soggetto (inversione sessuale propriamente detta). In un senso più approssimativo si può definire omosessualità quella situazione di vita che è caratterizzata da l’essere il soggetto attratto esclusivamente o prevalentemente da persone del proprio sesso, sia sul piano puramente istintivo, sia sul piano puramente sentimentale e spirituale, sia, infine, come è più frequentemente, sotto ambedue gli aspetti. Allorché l’aspetto istintivo è presente, sia esso associato o non associato ad attrazione sentimentale, sia esso realizzato o meno come condotta sessuale, si parla di omosessualità conclamata. Quando invece i soli aspetti sentimentali e spirituali, talvolta raffinatamente sublimati, caratterizzano la situazione, si parla di omosessualità latente. Infine si deve considerare quella particolare situazione di soggetti affetti da nevrosi fobica, i quali, pur sapendo d’essere perfettamente normali, temono continuamente di essere considerati omosessuali o di poterlo diventare. Esaminiamo brevemente gli aspetti psicologici relativi alle seguenti forme:

a)      omosessualità conclamata

b)      omosessualità latente

c)      omosessualità come fobia

secondo alcuni autori di psicologia, caratteristiche delle forme omosessuali conclamate sarebbero i seguenti denominatori d’attitudine: unisessualità, indifferenza all’oggetto, inversione sessuale. L’unisessualità, meglio identificata nella definizione corrente di “terzo sesso”, è fortemente legata a componenti narcisistiche; è  l’attitudine di colui che cerca l’identificazione o la fusione più totale con l’essere a lui più somigliante. In queste coppie ogni punto di differenziazione è bandito; i due partners vivono in modo il più possibile simile, fortemente identificandosi l’uno con l’altro. L’altro sesso appare loro inaccessibile , lontano e irreale, totalmente distaccato dalla loro sfera d’interesse. L’indifferenza all’oggetto può rappresentare un altro aspetto attitudinale del tutto diverso del precedente di alcuni tipi omosessuali. Qui il narcisismo porta a una sorta di indifferenza al tipo di oggetto, tanto che direzionamenti omosessuali possono associarsi a direzionamenti perversi di vario tipo (bestialità) e a direzionamenti eterosessuali. In queste forme può aversi una stabilità apparente sui rapporti omosessuali, ma si tratta di una stabilità di puro comodo, poco profonda, scarsamente convinta. Questa forma tende con facilità a svilupparsi negli assembramenti unisessuali (collegi, caserme, etc.) in cui l’indifferenza all’oggetto crea una facile disposizione a un soddisfacimento omosessuale della libido. Nell’inversione sessuale propriamente detta, la scelta è precisa: l’omosessuale maschio ricerca un uomo attivo e virile al quale servirà da donna. Il soggetto s’identifica con un soggetto di sesso opposto e la libido si indirizza verso un soggetto dello stesso sesso. I soggetti con indifferenza all’oggetto possono più facilmente diventare i partners degli omosessuali di questo gruppo.

 Fenichel (allievo di Freud) rileva negli omosessuali i seguenti tipi di situazione affettiva di base:

 

a)      ostilità alla madre;

b)      eccessivo attaccamento alla madre;

c)      ostilità al padre;

d)     attaccamento al padre quando la figura paterna non mostra tratti eterosessuali sufficienti (introiezione di un padre anormale).

 

L’ostilità alla madre (specialmente se accompagnata da attaccamento al padre, nella configurazione tipica del complesso edipico invertito) può rappresentare una situazione traumatizzante particolarmente efficace nell’indirizzare in senso omosessuale lo sviluppo psicoistintivo del soggetto; in questo caso alla base dell’ostilità alla madre si ritrova facilmente un comportamento negativo della madre stessa verso il soggetto. L’eccessivo attaccamento alla madre può essere fonte di due diversi pericoli:

 

1)      tendenza edipica troppo forte e fissata e conseguente paura dell’incesto che viene rivissuta simbolicamente in ogni incontro con l’altro sesse;

2)      identificazione materna e conseguente assunzione di modi e atteggiamenti di tipo femminile.

 

L’ostilità al padre, allorché la figura paterna è eccessivamente sgradita, può portare ad un ostacolo d’identificazione del soggetto con la figura paterna: in questo caso si avrà ancora un’identificazione materna con gli stessi risultati esposti precedentemente. L’identificazione al padre può infine portare al’omosessualità quando la figura paterna è insoddisfacente dal punto di vista delle caratteristiche maschili, cosicché il figlio ripeterà, in modo più accentuato, quei comportamenti paterni più o meno inconsciamente omosessuali ed equivoci.

Il primo tipo ed il quarto (ostilità alla madre e inversione del complesso edipico; identificazione con un padre scarsamente maschile) sembrano più facilmente condurre ad una omosessualità conclamata strutturale, mentre la paura dell’incesto, l’identificazione materna, il rifiuto d’identificazione con la figura paterna, portano più facilmente ad una omosessualità nevrotica o addirittura ad una nevrosi di tipo diverso con nessun aggancio cosciente con il direzionamento.

La definizione di omosessualità latente è molto più difficile di quella dell’omosessualità conclamata, perché si rischia in questo modo di scambiare per omosessualità la più sana ed onesta delle amicizie. Poiché  nell’omosessualità latente manca l’orgasmo sessuale e a definire chiaramente la situazione, l’estensione della forma ne risulta necessariamente alquanto indistinta. In ogni caso è possibile identificare nell’omosessualità latente una disposizione in senso omosessuale che non si traduce in comportamenti omosessuali sul piano fisiologico, ma si traduce in manifestazioni sentimentali o in un’attrazione a volte fortemente sublimata, e non riconosciuta dal soggetto stesso, dunque, alcuni tipi di amicizie esclusive, fortemente impregnate di esclusivismo e di gelosia, talora con carattere adolescenziale persistente anche nell’età adulta. In comunità maschili o femminili, soprattutto di adolescenti e giovani, questi comportamenti possono essere ancora considerati normali, rappresentando essi piuttosto la necessità di un appagamento sentimentale che di una spinta propriamente sessuale. Al di fuori di una comunità e in presenza di persone dell’altro sesso, un simile atteggiamento denuncia invece modo quasi sempre inequivocabile la sua natura omosessuale. Soggetti ben direzionati sessualmente e sentimentalmente, talora con una ricca e soddisfacente serie di esperienze eterosessuali, altre volte invece frustrati o inibiti in questo campo, possono sviluppare il timore di diventare omosessuali o che altri accusino di omosessualità. Si tratta di soggetti nevrotici, ansiosi e fobici, in cui la paura dell’omosessualità costituisce, insieme, un sintomo nevrotico e un elemento che può permettere la ricostruzione analistica di certe situazioni istintive infantili. In altri nevrotici la paura di diventare omosessuali o di essere accusati di omosessualità, si associa a disturbi della funzione sessuale (direzionata però etero sessualmente) a testimonianza di un notevole sconvolgimento dinamico di tali settori della personalità. Sul piano della psicopatologia descrittiva, la situazione dell’omosessualità conclamata e latente è ben diversa da quelle della fobia dell’omosessualità: nel primo caso l’oggetto della libido è costituito da una persona del proprio sesso, mentre il fobico vive esperienze sessuali normali pur essendo angosciato dalla paura di essere diventato o ritenuto un omosessuale. In conclusione il matrimonio degli omosessuali non sarebbe certo un valore positivo delle società che lo ammettono ma sarebbe la vittoria del vizio e della malattia psichica sulla virtù morale e sulla normalità psicologica. L’Unione Sovietica persegue penalmente chi propaganda tra la gioventù l’omosessualità. Anche l’Italia dovrebbe imitarla a livello legislativo.