Non è solo una mascherina…

Vincenzo Pagliara

Una bendina può servire per giocare al pirata, ma può anche salvare la vista di un bambino. L’ambliopia, il cosiddetto “occhio pigro”, è la causa più comune di deficit visivo nell’infanzia (2-3%). Le cause più frequenti sono lo strabismo e i vizi di rifrazione piuttosto elevati, come l’ipermetropia e l’astigmatismo. La diagnosi deve essere precoce, intorno ai 3-4 anni, massimo 6. Più tardi si interviene, meno possibilità si hanno di recuperare l’occhio pigro; dopo i 10 anni i margini di miglioramento sono praticamente nulli. Terapia di elezione è il bendaggio dell’occhio migliore al fine di potenziare l’uso dell’occhio pigro, unita quasi sempre correzione con le lenti. Per capire se c’è il difetto basta coprire con la mano, alternativamente, prima un occhio e poi l’altro: se il bambino reagisce in modo differente ( per esempio spostando la testa o provando fastidio), ci potrebbe essere un sospetto di visione differente tra i due occhi e forse ambliopia monolaterale, che spesso si associa allo strabismo. L’anisometropia,  cioè la differenza di rifrazione tra i due occhi superiore alle tre diottrie, è la causa più frequente di ambliopia bilaterale e va prontamente corretta. Di solito è dovuta ad astigmatismo ed ipermetropia bilaterale elevata. Altre cause ancora più gravi di ambliopia sono la cataratta congenita ed il retinoblastoma, che si manifestano con l’assenza del riflesso rosso pupillare, dovuto ad una leucocoria, cioè un riflesso pupillare bianco. Si tratta di  condizioni di emergenza, che necessitano di una diagnosi tempestiva e provvedimenti terapeutici urgenti. Per la  cataratta congenita è importante una diagnosi  e  un intervento chirurgico precoci, per consentire di recuperare la vista. Il retinoblastoma  è un tumore dell’occhio che si manifesta nell’infanzia; diagnosi ed intervento chirurgico precoci sono necessari per salvare  la vita. E’ preferibile che la visita venga effettuata da un oculista perfezionato in oftalmologia pediatrica, in quanto il bambino non va visitato come un piccolo adulto, ma esistono degli esami e dei test specifici per l’infanzia. Anche l’approccio dell’oculista deve essere adatto al bambino, senza imposizioni e costrizioni, ma rassicurandolo e coinvolgendolo in un nuovo gioco, magari con la partecipazione dei genitori.  Gli esami  che di solito si effettuano sono: riflesso rosso in campo pupillare, riflessi luminosi corneali , motilità oculare, riflessi pupillari, esame del fondo oculare, schiascopia, autorefrattometria computerizzata,biomicroscopia, stereo test di Lang,.cover test, oftalmometria,tonometria ed esame della vista, con immagini adatte ai bambini. Saranno descritti più ampiamente nel prossimo articolo.  In conclusione, se non l’avete già fatto, fate visitare i vostri bambini da un oculista, preferibilmente esperto in oftalmologia pediatrica. Con una semplice bendina e un paio occhiali, potrebbe salvargli la vista.