Volontari con il cuore

Padre Oliviero Ferro

Ormai da quattro anni è iniziata l’avventura dell’accoglienza dei senza fissa dimora nella Casa dei Missionari Saveriani a Salerno. Tutto è nato dalla domanda di una signora che chiedeva perché non si faceva qualcosa per loro. A questa provocazione, i Saveriani hanno messo a disposizione dei locali per queste persone in situazioni difficili. Lo scopo, ci dice Giuseppe(uno dei volontari venuto a Radio Stella) è quello di offrire una accoglienza, un luogo per fare la doccia e per dormire. Doveva essere una esperienza temporanea che poteva essere di stimolo per altri. Ma per ora si continua. Diverse persone sono state coinvolte. Certo, non è semplice accogliere questi fratelli che hanno delle situazioni difficili a livello familiare o che provengono da altri paesi del mondo. Ma i volontari hanno fatto gruppo tra di loro, aiutandosi e formandosi per rendere più dignitoso e fraterno questo servizio. L’accoglienza va dal mese di novembre a quello di marzo. La maggioranza sono stranieri e qualche italiano. Attualmente ci sono 18 posti letto., Vengono accolti dalle 20,30 di ogni giorno. Sono presentati dalla Caritas o da qualche parrocchia. Appena arrivano, depositano i loro oggetti personali in un armadietto, poi fanno la doccia, si mangia qualcosa e quindi vanno a dormire. Al mattino, la sveglia è alle sette per riprendere la vita di lavoro o la strada. Si cerca di parlare con loro, di farli sentire persone. Per gli italiani, vi sono situazioni di disagio familiare, perdita di lavoro, alcolismo,strada. Per gli stranieri, invece, è la ricerca di una vita migliore qui in Italia. La riflessione che viene spontanea è che basta poco per finire in strada(perdita di lavoro, separazioni…). Questa esperienza di accoglienza ha creato nei volontari la spinta a considerare l’importanza di trattare queste persone con dignità, sono come noi. Non sono più delle cose fastidiose, che creano ripulsione. Fanno parte anche loro della umanità. Per concludere, ci sarebbero tante esperienze da raccontare, in cui i volontari si sono confrontati con la freddezza, il rifiuto, la poca accoglienza di persone o strutture. Ma loro, con entusiasmo, continuano questo servizio e vogliono contagiare anche altri, perché l’uomo è sempre uomo. E io lo devo amare, perché in lui c’è la scintilla dell’amore di Dio.