Emergenza carceri, 66.000 in celle per 45.000, Campania, Lazio e Sicilia al collasso

Di nuovo in aumento il numero dei detenuti nelle carceri italiane. A segnalarlo è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.“Questa mattina contavamo 65.945 persone detenuti, 63.124 uomini e 2.821 donne, nelle oltre 200 carceri italiane costruite per ospitarne regolarmente circa 45mila”, spiega il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “Tutte le regioni italiane vedono presenti più detenuti rispetto alla capienza regolamentare, con tutti i conseguenti disagi ai detenuti ed all’operatività dei poliziotti. Le 3 regioni con il maggior numero di detenuti sono Campania (dove ci sono 8.280 persone rispetto ai 5.974 posti), Lazio (7.071 presenti a fronte di 4.834 posti) e Sicilia (7.106 per 5.555 posti). Mi sembra evidente che, nonostante lo stato di emergenza nazionale decretato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tre anni fa, poco o nulla è stato fatto per risolvere le criticità ed anche il Governo Monti ha le sue responsabilità. Oggi abbiamo più del 36% dei detenuti in attesa di un giudizio, 24mila stranieri in cella, un detenuto su 3 tossicodipendente, il lavoro penitenziario che è un miraggio perché lavorano pochissimi detenuti e 6.000 poliziotti in meno negli organici. E stare chiusi in cella 20/22 ore al giorno, senza far nulla, nell’ozio e nell’apatia, alimenta una tensione detentiva nelle sovraffollate celle italiane fatta di risse, aggressioni, suicidi e tentativi suicidi, rivolte ed evasioni che genera condizioni di lavoro dure, difficili e stressanti per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. Che impatto hanno avuto le riforme della Severino? Anche la scelta dei ‘tecnici’ per la guida dell’Amministrazione Penitenziaria – il Capo ed il vice Capo Giovanni Tamburino e Luigi Pagano – è risultata fallimentare ed incapace di risolvere i problemi penitenziari.”