Sauna salutare per tutti!

di Rita Occidente Lupo

Il “bagno di vapore” originario della Scandinavia, depurativo e tonificante, salutare per umore e cuore. Questa la novità di un recente studio che evidenzia come da oltre un millennio gli antesignani finlandesi, che l’usavano, dettino leggi salutari ancora oggi. Per trovare riparo al gelo, le buche con pietre, a mo’ di camino, per riscaldarsi. Oggi, le saune, spesso associate all’idea del dimagrimento, per lo scioglimento dei grassi in eccesso. Ed invece la notizia in fase d’ulteriore sperimentazione giapponese, che 5 volte alla settimana, per un periodo complessivo di 3 settimane,  per la produzione d’ ossido nitrico e di altre molecole benefiche per il cuore. Rivoluziona i parametri cardiologici. Oltre al fatto che i neuroni, rilascianti serotonina, rispondono all’aumento della temperatura corporea, spiegando dunque l’effetto piacevole che la sauna ha su molte persone.

Un pensiero su “Sauna salutare per tutti!

  1. E’ proprio vero. La storia non si cancella. E non può essere , in nessun modo,accantonata da chi non vuole sentire le campane della verità.
    Il 27 gennaio è stato inciso nel cuore degli uomini di tutto il mondo con parole lapidarie e profonde che vogliono dire : “ Per non dimenticare”.
    Ma da quei funesti attimi della storia sono trascorsi ben settanta anni ; avevo dieci anni, allora, ma ricordo la nefasta guerra perché l’ho vissuta di persona.
    Ripeto, è molto giusto parlare e ricordare di quella triste e disumana eliminazione di massa di ebrei, voluta da un dittatore , ma non bisognerebbe mai dimenticare neppure i milioni di figli di mamma morti in guerra o interamente sconvolti per tale flagello.
    A questo scopo mi piace ricordare, per chi non ha avuto possibilità di sapere che a Salerno, durante lo sbarco e i conseguenti combattimenti tra alleati e tedeschi, vi fu un personaggio, che a quell’epoca si narrava che fosse stato un ufficiale inglese, perse totalmente l’equilibrio mentale e si perse tra le tane della nostra città. Costui prese, per abitazione il cunicolo o caverna situato sotto “Il forte la carnale” (è inutile dire il motivo di tale appellativo, perché, sicuramente ogni buon figlio di Salerno sa che in quel punto vi fu una battaglia sanguinaria tra i difensori della città e gli aggressori saraceni che volevano depravarci)..
    Il povero disgraziato, sicuramente di ottima famiglia , come dicevo, aveva perso facoltà di intendere e di volere ed andava ramingo tra le mura della città , portando seco un sacco ruvido e immondo sulle spalle, e cercando ,tra i vicoli, qualche tozzo di pane da mangiare.
    Da giovincello lo vedevo quasi ogni giorno che gironzolava come balordo nella città, lo vedevo spesso anche quando egli usciva dalla “Tana , infestata da serpi e topi” mentre io, in bicicletta dalla frazione Pastena , andavo a lavorare presso un negozio all’ingrosso di pitture in via Roma nei pressi della camera di commercio di Salerno.
    Quel poveraccio lo vidi in giro per oltre dieci anni, poi, per via dell’alluvione che mi distrusse casa e cose, partii per gli Stati Uniti dove vi restai per quasi nove anni. (ma questo è un altro discorso).
    Fu proprio negli anni settanta, quando mi ero adattato a fare il venditore ambulante al mercatino di via Piave a Salerno che , un giorno, dopo che avevo rivisto tante altre volte tale individuo in giro per la Città, lo vidi transitare davanti il banco di vendita dov’io lavoravo.
    Così ebbi l’ardire di chiamarlo e di parlargli con la sua stessa lingua inglese .
    Egli rimase sbigottito nel sentire il suo linguaggio nativo, mentr’io lo incalzavo dicendogli : Perché, amico mio, tu che sicuramente sei figlio di persone perbene e agiate, resti qui e non vai ad abbracciare tua madre , che sicuramente sta ancora piangendo per la tua scomparsa? Va, amico mio, va al tuo paese che ti aspettano e ti vogliono bene:::
    Mi apparve che il poveretto ebbe un sobbalzo e che si fosse svegliato dal “letargo mentale”
    Mi salutò in una maniera molto diversa di come mi aspettavo e andò via.
    Da quel giorno non lo vidi mai più in giro. Forse la sua memoria si sbloccò e , sicuramente ,
    tornò ove egli aveva la mamma. che l’aspettavo.
    Ho raccontato questa storia per far capire che , oltre alla tragedia degli ebrei, durante il grande conflitto vi furono milioni di altre tragedie che nessuno potrà mai raccontarle tutte.
    Cordialità, e viva la pace! Alfredo Varriale

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