Perseverare talvolta da’ i suoi frutti
Se ti dico la parola scrivere a che pensi? Romanzi scritti da celebri autori, potrebbe essere una giusta risposta, diario segreto annotato da un adolescente, anche. Ma non intendo questo! Il verbo esprimere, expressio, indicava lo spremere, significa far uscire qualcosa da qualcos’altro. Più facilmente è usare la penna, o la matita. Per molti disabili questa può sembrare un’utopia, ma talvolta è una cosa possibile. Spiego il perché della mia affermazione: quando sono uscita dal coma ho provato a prendere in mano una penna e anche se io ero convinta di scrivere, la mia mano non si muoveva. Non potevo e non volevo accettare che consulente del lavoro, abilitata a svolgere tale professione, non fossi più capace neanche a scrivere il mio nome e cognome. Ho ricominciato da capo, ho preso un blocco a righe e con estrema fatica ho iniziato a scrivere la lettera a, poi la b, la c e così via fino alla z, fortunatamente il mio cervello possedeva ancora delle informazioni, quindi ricordavo la forma delle lettere. Giorno dopo giorno ho riempito pagine intere con a, b, c. Prima in corsivo, poi in stampatello, annotando la data per vedere eventuali miglioramenti. Sono passati cinque anni ma ora quando suona il postino, la ricevuta di ritorno della raccomandata, la firmo da sola.
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