KUFIKA arrivare

Padre Oliviero Ferro

“Ni saa ya kufika?(è l’ora di arrivare?)” domando un lunedì mattina al nostro cuoco. Vedo che barcolla un po’. Lui cerca di scusarsi, ma ho capito che ieri aveva bevuto qualche bottiglia di birra in più del solito e che era andato a coricarsi un po’ tardi e con il mal di testa. Non gli chiedo cosa ha detto sua moglie e i figli. Ma so già che si è molto arrabbiata, perché lui spende il soldi del salario  al bar e non porta niente in casa. E’ il solito modo di ragionare degli uomini in Africa. Il salario è loro e ne fanno quello che vogliono. Per la famiglia ci deve pensare la moglie. E se non ubbidisce, rischia anche di essere cacciata di casa. Gli lascio passare un po’ la sbronza, poi cerco, almeno ci provo, a farlo ragionare. Insomma che non deve fare così, buttare via i soldi. E poi rischia anche di stare male. Mi risponde che ha capito e che la prossima volta starà più attento. Ma so già che non lo farà. Se un uomo non beve, non “dosa”, non è uomo. Bisognerebbe anche licenziarlo. Ma come si fa? E’ anche bravo, quando vuole e poi almeno fa qualcosa e non va in giro nei bar. Cercherò di dargli qualche soldo in meno e il resto alla moglie, in modo che la vita della famiglia prosegua un po’ più dignitosamente.