Cagliari: bracconaggio, concluso campo Lipu nel Sulcis

Trappole, lacci e la fauna rinvenuta morta consegnati ai Carabinieri di Capoterra 5.000 trappole rimosse, oltre a 86 lacci per ungulati, sette lacci per gatti selvatici e volpi, due trappole “Sep” e una tagliola. E’ il bilancio del campo antibracconaggio concluso pochi giorni fa dalla LIPU-BirdLife Italia nel Sulcis, in provincia di Cagliari, nel Comune di Capoterra e altri comuni limitrofi, con lo scopo di ripulire i boschi dai marchingegni di morte piazzati dai bracconieri per catturare, in modo brutale e indiscriminato, fauna selvatica. Le trappole illegali rimosse sono state per l’esattezza 4.840 (di cui 3.350 piazzate sui o tra i rami degli alberi e 1.490 a terra): da S’Arcu Senna Sa Craba a Punta Is Litteras, dalle colline nei pressi dell’area definita “Comunità Montana” (dove il 14 dicembre sono state rimosse in un solo giorno ben 1.400 trappole tra aree e a terra) fino a Monte Arcosu, in territorio esterno alla riserva. Micidiali trappole per far strage di piccoli uccelli, soprattutto tordi, merli e pettirossi, da rivendere a compiacenti ristoranti locali per la preparazione del piatto “tipico” (e illegale) delle Grive, composto da otto tordi allo spiedo. Nel mirino dei bracconieri anche i predatori naturali degli uccelli come gatti selvatici o volpi: sette i lacci rimossi nei boschi di Capoterra, così come 86 quelli disattivati e raccolti dai volontari e destinati alla cattura e uccisione violenta degli ungulati. Due infine i resti di cani trovati nei lacci, a testimonianza della minaccia che questi strumenti comportano per tutti gli animali, selvatici o domestici, che frequentano questi boschi. Durante il campo, finanziato dalla sezione inglese della LIPU (LIPU Uk) e svolto anche nell’ambito del progetto europeo Life+ “Save Haven for wild birds”, di cui LIPU è capofila, sono stati trovati 26 uccelli morti (delle specie tordo bottaccio, cinciarella, tordo, merlo, pettirosso, verdone, occhiocotto, sparviere e altre), oltre a diversi resti trovati appesi e divorati dai predatori. Il campo, coordinato da Gigliola Magliocco, è stato animato da 20 volontari accorsi da tutta Italia, di cui due guardie della LIPU di Genova, due guardie della LIPU di Vicenza e una della LIPU di Procida. Il materiale rimosso e gli uccelli rinvenuti morti sono stati consegnati a fine campo al Comando Carabinieri di Capoterra, che durante il campo hanno effettuato, in collaborazione coi volontari LIPU, controlli e perquisizioni tra Capoterra e Santadi. Al campo ha partecipato anche quest’anno il presidente LIPU-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria che ha anche incontrato i vertici dell’Arma dei Carabinieri in provincia di Cagliari con i quali sono stati disposte alcune operazioni antibracconaggio . “Abbiamo svolto un duro lavoro – spiega Gigliola Magliocco, responsabile del campo antibracconaggio LIPU considerato che la gran parte della rimozione delle trappole si è concentrata soprattutto nella seconda parte del campo, quando la temperatura più fredda ha favorito l’arrivo in massa degli uccelli migratori. Ai Carabinieri di Capoterra va il nostro ringraziamento così come ai nostri splendidi volontari coi quali ci siamo dati appuntamento per il prossimo anno, per continuare questa importante opera di intervento a favore degli animali selvatici del Sulcis“.”Il campo si è svolto nell’ambito del progetto europeo Life+ partito nel 2012 per combattere il bracconaggio in Italia, Grecia e Spagna, nei punti più caldi dove si verifica questo fenomeno – ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia Nel Sulcis la tradizione della cattura e consumo illegale di uccelli e fauna è molto radicata e da questo progetto, che verte su azioni di comunicazione ed educazione soprattutto sui giovani, ci aspettiamo nei prossimi tre anni buoni risultati“.