A te che leggi entro mezzanotte…”Sapore di sale”

Giuliana Rocci

Non giocava di retorica nell’amarcord della giovinezza. Che le saltava alla mente, nel momento in cui le ossa le scricchiolavano gli anni perduti. In un’apatica voglia d’allenarsi, se non per diletto. La sua naturale posizione, la spingeva a prediligere le posture più sconvenienti: reincarnazione d’una sorta di genio, optante per libri e studi, più che per diletti. E contatti umani, anche quando doveva per forza gestirli, in termini di sopravvivenza esistenziale. J’e accuse la solitudine, orca di sensi di colpa, obesa di attimi oziali: così pensava, infilando stancamente quei jeans che non avevan più tempo! Ancora le entravano, senza eccessive diete. Un tempo, la sua taglia spostava l’ago della bilancia,  il letto, tavola rasa: supina, a tirar su la zip dei pantaloni a zampa, dopo l’inedia settimanale! In apnea, certificato di garanzia l’ultima inspirata, prima che il bottone a pressione, tradisse il centimetro mancante! Tragico vestirsi, senza urtarsi per quei kg di troppo, ammiccanti cellulite sui punti nevralgici. Impresa, anche la primavera, con la sua prima voglia di mare: i bikini sgambettanti, con le misure da dover contenere. Il monopezzo, elegante, l’ossequiava in aspetto longilineo. Senza invidiare silhouettes ed altezze, spalmate abbronzanti, senza protezione, nella sdraio insabbiata, la consolavano sotto gli occhiali da sole a specchio. Spacciata per un’immigrata, già a giugno, quando il mare invitava a bagnarsi e le mezze maniche, denudavano le braccia, senza melanina. Vent’anni, con una marcia in avanti, anagrafica. Giammai spensierata, per qualche granchio che la faceva spasimare. Poi, romei, non corrisposti! S’innervosiva al solo esser predata…non ci stava a subire una scelta! Così, ritrovato il primo amore, innervati gli anni di tanti falsi miti. Quelli pronti ad esser apparentemente giusti: capaci di conquistare, senza autenticità di tempo! Ora, l’ultimo reperto bellico, avanzato alle strenui lotte da single: una non identificata specie amorfa, sempre andato a genio. Ammantando un certo mistero, il loro non incontrarsi, per scongiurare coinvolgimenti. Poi, per i casi insperati, sipario issato: le aveva rivelato, in poche battute, il suo altalenante matrimonio sull’orlo della chiusura. Esplicitato il copione,  dichiarato di non volerla far soffrire, le s’accostava, non rinunciando a farle comprendere che gli piaceva a mille: non avrebbe retto un’anomala situazione a metà! Una mattina di luglio, in riva al mare, per mano: lei, a superar il comune occhio indiscreto…lui a guardarla meravigliato, attraendola a sè e soffocando, quanto in cuore… le sarebbe mancato! Imbelle nel rompere dall’altra parte…