KULA Mangiare

Padre Oliviero Ferro

“Habari gani, mzee”(come stai, vecchio) chiedo io e lui mi risponde,sorridendo “Njala, padiri, njala mingi”(fame, padre, tanta fame). E i suoi denti si aprono ritmicamente e si tocca la pancia con la mano. Si vede che ha fame (o forse, sete). E’ tutto raggrinzito, pelle e ossa. Però sente ancora fame. Per quella non ci sono orari precisi. Quando c’è qualcosa per calmarla, è sempre l’ora giusta. Che posso fare? Dargli qualche soldo, non servirebbe a molto. Si fermerebbe al primo bar per scolarsi una birra. Provo ad accompagnarlo a casa per vedere se quelli della sua famiglia gli hanno dato da mangiare. Quando si arriva a una certa età e i denti non masticano più, si fa finta che lui non ci sia, tanto ormai è vecchio. Busso alla casa e viene ad aprirmi la moglie, vecchietta come lui. Le chiedo cosa succede. E lei, guardandomi dall’alto in basso, mi fa capire che conosce bene il tipo e sa che ha già mangiato, ma è un pozzo senza fondo. Gli dice qualche parola di quelle che lo fanno un po’ vergognare e tutto si sistema. Io, però, ho un po’ di comprensione per lui. Do alla moglie qualcosa perché si compri qualche pesce secco, così che glielo cucini per la sera. Non è molto, ma per oggi avrà un fuori programma che lo renderà felice. Speriamo che domani si faccia vedere. Ormai ci conosciamo.