La campanella della legalità

Maddalena Robustelli  

Arrivata più di un anno fa a San Luca, paese della Locride tristemente noto per la strage di Duisburg, cittadina tedesca assunta ai “disonori” della cronaca per l’efferato massacro di componenti di gruppi malavitosi calabresi, la dirigente scolastica Mimma Cacciatore si meravigliò di non sentire nella sua scuola il suono della campanella a scandire le ore delle singole lezioni. Fu quello l’immediato segnale di quale fosse la realtà quotidiana da affrontare non solo nel proprio ambito lavorativo ma, più in generale, nell’intero contesto sociale di quel paese. Fece, allora, un giro per il proprio istituto comprensivo e si accorse di banchi e sedie rotte nelle aule, di bagni fatiscenti e di preoccupanti condizioni igienico-sanitarie, ossia di un edificio che aveva un più che urgente bisogno di manutenzione. La campanella mancante consentiva ai genitori degli alunni di accompagnare i figli a scuola, non tenendo in alcun conto delle regole sull’orario d’inizio delle correlate attività. E che dire di ciò che accadeva nelle classi, ”libri che venivano buttati dalle finestre, alunni che picchiavano gli insegnanti, una situazione di degrado dentro e fuori che ho pensato dovesse essere modificata radicalmente” raccontò ad un giornalista Mimma Cacciatore.      Quella società disorganizzata e “dura”, caratterizzata finanche dal libero pascolo delle mucche per il centro di San Luca, necessitava di ripiegarsi su sé stessa per tentare di rialzarsi, pian piano, a livelli almeno sufficienti di legalità. Fu così che la dirigente scolastica si rimboccò le maniche, nel vero e proprio senso della parola, e chiese a viva voce alle istituzioni di aiutarla a riadattare il plesso scolastico, dove i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie trascorrevano buona parte del loro tempo di vita. La Provincia di Reggio Calabria stanziò ventimila euro, pur non avendo precipue competenze in tal senso perché la manutenzione della scuola era di competenza dell’ente comunale. I primi lavori furono portati a conoscenza del pubblico nazionale da un reportage televisivo dello scorso giugno e proprio in quell’occasione gli spettatori ebbero modo di vedere come, grazie ad un progetto denominato “Artistica…mente”, quei banchi rotti ornassero le pareti dei corridoi a mo’ di tavole dipinte. Ascoltare le parole di Mimma Cacciatore, definita dal giornalista “preside-coraggio” per il suo impegno contro la ‘drangheta, ma, soprattutto, vedere i suoi occhi lucidi di commozione allorquando dichiarava “i questi ragazzi li vorrei salvare”, da il segno tangibile del fervore che questa donna profonde quotidianamente nel suo lavoro. Lo scorso 26 ottobre il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Elena Ugolini, presenziando ad una manifestazione a San Luca ha avuto modo di dire che”da anni la situazione di degrado costringeva gli alunni e gli insegnanti a vivere in condizioni intollerabili; ora invece questa scuola è diventata un bell’esempio per tutto il Paese”. Conseguentemente alla dirigente scolastica, costretta finanche a denunciare in un solo anno ben quindici genitori che non mandavano a scuola i figli, ha riconosciuto i meriti conquistati sul campo. Sembra quasi di parlare di un militare sul fronte di guerra ed in effetti è questo il senso che si palesa da quanto sostiene Mimma Cacciatore, che usa spesso dire che “la pace si fa a scuola…perchè la crescita di San Luca passa di lì”. Per questo motivo la suddetta istituzione ha continuato a lavorare durante la pausa estiva, elargendo la propria offerta pedagogica anche nei mesi più caldi. Indubbiamente vanno resi i più che dovuti elogi alla dirigente, al corpo docente ed a tutti gli altri operatori scolastici, ben consapevoli che la loro missione produrrà frutti solo se riuscirà a relazionarsi con l’impegno delle altre istituzioni pubbliche o private di buona volontà. Forse quegli occhi lucidi per la commozione di Mimma Cacciatore stanno lì a dimostrare lo sforzo fisico e mentale profuso, le delusioni indubbiamente vissute, la stanchezza emotiva di chi sa di poter contare per lo più solo sulle sue energie ed idealità. Aiutiamola, anche se solo con un incoraggiamento morale, perché  spesso nella solitudine di una fatica al di sopra delle proprie possibilità  la solidarietà rende più forte chi osa affrontare le asprezze della vita. La faremo sentire idealmente più pronta a superare nuovi limiti e nuovi ostacoli perché quell’emozione, che è riuscita a trasmettere parlando di come vorrebbe “salvare i suoi ragazzi”, ci restituisce il senso di una scuola pubblica che deve  superare le sue difficoltà anche con il nostro aiuto. E sarà come sentire con il cuore il suono di quella campanella che è ritornata a scandire il ritmo del tempo nell’edificio scolastico di San Luca, un tempo di impegno alla legalità non solo per quel paese della Locride, ma per l’Italia tutta.